Stefano Fassina, economista e Deputato di Leu, è intervenuto su Radio Cusano Campus per parlare della situazione in Ucraina.
Sulla crisi Ucraina: “È davvero complicato, ieri abbiamo avuto una giornata molto tesa a Camera e Senato ed è stato molto difficile per alcuni di noi non votare quella parte della risoluzione che prevede l’invio di armi all’Ucraina. Sembrava che fossimo disertori dell’obbligo morale di solidarietà mentre alcuni di noi, pochi per la verità, hanno cercato di sostenere che inviare armi al governo ucraino vuol dire far aumentare la scala di morte perché comunque rimane un’asimmetria profonda in termini di asset militari e Putin che ha commesso un crimine nell’invadere l’Ucraina di fronte ad una popolazione più armata di quella che oggi è probabilmente sceglierebbe di potenziare il suo armamento mentre la strada per condurlo ad un minimo di ragionevolezza e a un tavolo di trattative con richieste sensate è inasprire ancora di più le sanzioni economiche, la vera arma che abbiamo per costringere Putin a fermarsi e a tornare indietro”.
Sulle sanzioni contro la Russia: “Trovo giuste e necessarie le sanzioni e per la prima volta si è unita anche la Svizzera, dove si trova una parte sostanziosa dei patrimoni degli oligarchi russi. Le conseguenze le vediamo sull’inflazione non solo sul gas ma anche su tutti quei prodotti che derivano dal grano. È evidente che l’attività economica ne risentirà, ci sarà una contrazione nei consumi, nell’attività produttiva e nell’occupazione. È importante che ci sia una risposta europea simile a quella che si è avuta con la pandemia e cioè che la BCE come ha fatto rinvii i previsti aumenti dei tassi di interesse e c’è bisogno di risorse a livello comunitario per sostenere famiglie e imprese di fronte a questo aumento dei prezzi. Rinvio della riattivazione delle regole di stabilità e crescita perché bisogna assicurare spazi di bilancio pubblico per intervenire agli Stati Europei. Bisogna considerare che con le sanzioni l’economia di guerra non è più qualcosa che riguarda un angolino di mondo ma essendo vicina ci riguarda direttamente e vanno attivate le contromisure per attutire i danni economici che inevitabilmente si generano quando sei costretto a mettere in campo delle sanzioni come quelle alla Russia”.
Sul discorso di Draghi in parlamento: “Non mi ha convinto Draghi sull’invio delle armi perché non aiuta il popolo ucraino, ma rischia di favorire un innalzamento dell’offensiva militare russa e mi sarei aspettato una parte sull’offensiva diplomatica, su come l’Italia contribuisce affinché l’UE assuma un’iniziativa diplomatica. Cosa fa l’UE? Dobbiamo aspettare che sia il ministro degli esteri ucraino a chiamare l’omologo cinese o riteniamo che l’UE possa proporre un tavolo in cui oltre agli USA ci sia anche la Cina, così importante per la Russia e provare in quell’ambito a definire una via d’uscita? Ecco mi sarei aspettato da Draghi che oltre alla parte relativa all’assistenza umanitaria e dell’accoglienza dei profughi e alla parte dell’invio delle armi che non ho condiviso ci fosse stato anche un riferimento alla questione diplomatica”.