Il filosofo Massimo Cacciari è intervenuto su Radio Cusano Campus sulla guerra in Ucraina: “Si tratta di processi di lungo periodo iniziati dalla fine della guerra fredda che non sono stati governati con razionalità. Se noi moltiplichiamo le cause e le ragioni del conflitto, contraddizioni e lacerazioni, diversi grandi spazi in cui si articola il pianeta da duocentrico a policentrico. È diventato un pianeta dove le grandi potenze si sono moltiplicate. Se non armonizziamo questa pluralità di potenziali centri di gravità ma pensiamo di poter ricostituire centri monocratici creiamo contraddizioni e disastri.
Molto presuntuoso e pericoloso ritenere che si potesse pensare ad un’organizzazione politica di questo mondo pensando che potesse essere centrato ancora sulle democrazie occidentali. Stiamo attenti, con questa idea abbiamo creato un assoluto disastro in Medio Oriente, con l’idea di poter ristabilire un’egemonia Occidentale, abbiamo creato con una guerra fondata su una bugia colossale il disastro degli ultimi 20 anni.
Ora nei confronti della Russia, che ha certamente ripreso una politica imperialistica per molti versi detestabile, dobbiamo storicamente sapere che la Russia è per DNA una potenza imperiale. Non c’è niente che cambi da questo punto di vista da Zar, bolscevichi a Putin. Se io faccio una politica che mette in dubbio la leadership imperiale di questa politica imperiale, che si tratti di Stalin, Caterina La Grande o Putin, nell’essenza non cambia. È un’identità genetica, ci sono Paesi che hanno una vocazione a politiche nazionalistiche imperiali. È inutile starci a discutere, bisogna trattare con potenze che hanno questa identità, se le ignori combini disastri. Si trattava di creare certamente dei Paesi finalmente autonomi e sovrani, non satelliti dell’Unione Sovietica ma neutrali, assolutamente autonomi ma neutrali”.
Sulla neutralità europea: ”Dopo due Guerre Mondiali l’Europa Occidentale non può essere neutrale, dopo che l’Europa sia stata salvata dagli Stati Uniti non può essere neutrale mentre sui paesi che si sono liberati dall’Unione Sovietica andava stabilita una neutralità, non potevano essere aggregati tendenzialmente o di fatto alla Nato. È stata questa politica sciagurata che ha messo in agitazione frenetica una Russia che acquistava una vocazione imperiale. Ma cosa pensavano, che potessero andare avanti da qui all’eternità con gli Eltsin?”.
Guerra ideologica: “Si è tornati ad una contrapposizione pericolosissima, anche tutta ideologica. Che ci sia una bella differenza tra la nostra idea di democrazia e quella di Putin è evidente ma allora cosa dovremmo fare con la Cina? Dobbiamo renderci conto che di democrazie come le nostre ce ne sono pochine, il cosiddetto Occidente, il Giappone e poi? In politica comunque tu devi trattare con chi è diverso da te, a meno che tu non voglia ridurlo alla tua immagine e allora come soluzione c’è solo la guerra. È chiaro che c’è la vocazione imperialistica della Russia, scopriamo l’acqua calda. Bisognava tener conto di questa vocazione nazionalistica imperiale. Non vuol dire ‘Russia accomodati e ricostruisci l’impero sovietico?’ Neanche per sogno ma bisognava fare dei Paesi autonomi e sovrani e fare di loro un’area di pace non un’area che tu esprimevi l’intenzione di aggregare all’UE e poi alla NATO, passaggio semi-automatico perché è impossibile che l’Europa si stacchi dall’alleanza con gli Stati Uniti. Bisognava essere avveduti e gli americani negli ultimi 20 anni non lo sono stati. Sono 10 anni che stanno combattendo, Cecenia, Donbass per esempio ma noi non ce ne accorgiamo finché non arrivano i profughi. Perché l’Europa non ha fatto nulla per intavolare un tavolo di pace in questi anni?”.
Cosa insegna la storia: “Bisogna stare attenti perché come insegna la I Guerra Mondiale le cose succedono anche se nessuno le vuole. La II Guerra Mondiale è stata molto particolare perché è stata programmata da una potenza come la Germania, ma la I Guerra Mondiale è scoppiata che nessuno la voleva, un cumulo di errori, contraddizioni ed equivoci di tutte le potenze che è finita con la guerra”.