Ubi Banca punta con decisione sui bond governativi italiani mentre riduce i crediti alla clientela. Nel semestre l’esposizione della banca cooperativa verso i titoli di Stato italiani e’ piu’ che raddoppiata, passando dai 7,8 miliardi di euro di fine 2011 ai 17,4 miliardi dello scorso 30 giugno grazie ad acquisti per 9,6 miliardi. Contestualmente all’investimento su Btp & Co. sono calati gli impieghi verso la clientela, scesi di 7,5 miliardi, dai 102,8 miliardi della fine dello scorso anno a 95,3 miliardi. Un’operazione mirata a ridurre le posizioni piu’ a rischio (scese dal 10,6% all’8,5% dei prestiti), all’uscita dai business non strategici come quelli del credito al consumo di Banca 24/7 e di Ubi Leasing e alla diminuzione dei prestiti alle grandi imprese, scesi di 3 miliardi.
Ubi Banca, che tra fine 2011 e inizio 2012 aveva attinto a 12 miliardi di finanziamenti agevolati della Bce (durata triennale e tasso all’1%), ha dunque scelto di impiegare buona parte di quella liquidita’ sui titoli di Stato. ‘Siamo una banca retail e non vogliamo giocare a lungo con il carry trade’ ha pero’ frenato l’amministratore delegato, Victor Massiah, parlando di ‘un esercizio ragionevole’, fatto su titoli ‘a breve termine’ (i bond acquistati nel semestre hanno scadenza a tre anni, un anno e sei mesi) e in presenza di un mercato considerato ‘troppo punitivo verso i titoli italiani’. Per ora pero’ non e’ prevista ‘una rapida ripresa’ dei prestiti alla clientela, rispetto ai quali l’atteggiamento che Ubi adottera’ sara’ ‘molto selettivo’. Attualmente i titoli di Stato italiani rappresentano il 13,5% circa dell’attivo della banca: di ogni 100 euro impiegati 13,5 sono investiti li’.
I conti di Ubi sono piaciuti molto al mercato: il semestre si e’ chiuso con un utile in calo a 159,5 milioni (-36,6%) ma in crescita del 72% a livello normalizzato. La solidita’ patrimoniale (il core tier 1 e’ salito al 10,24%), l’aumento dei proventi operativi (+5,2%), a cui hanno contribuito anche 159 milioni di proventi dai bond italiani (74 milioni nel 2011), e la forte riduzione dei costi (-6,2%) hanno fatto il resto. In Borsa il titolo ha chiuso in testa al listino: +4,89% a 2,70 euro.
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