Non sono soltanto giovani e giovanissimi a lasciare il BelPaese. Sono infatti quasi 400 mila le pensioni pagate dall’Inps all’estero, per una spesa complessiva di 1,3 miliardi. Un numero, tuttavia, osserva Il Messaggero, che nasconde in sé, a sua volta, “fenomeni molto diversi” tra loro.
“Da una parte – spiega oggi il quotidiano – la tendenza recente di molti italiani maturi di andare a godersi all’estero il trattamento previdenziale, normalmente piuttosto cospicuo; dall’altra le storie dei nostri connazionali emigrati nei decenni passati che avendo solo una piccola parte della carriera lavorativa in Italia mettono insieme minuscoli assegni, i quali non sono verosimilmente la loro principale fonte di reddito”.
Non è finita qui. “C’è inoltre una quota ancora limitatissima, ma probabilmente destinata a crescere: quella degli immigrati nel Belpaese che sono tornati nelle terre d’origine dopo aver maturato lavorando il diritto ad un assegno dell’Inps”.
“Delle 383 mila pensioni versate dall’istituto nazionale di previdenza sociale a residenti all’estero (non sono considerati i dipendenti pubblici) oltre la metà (209 mila) si fermano in Europa, mentre 87 mila circa attraversano l’oceano in direzione dell’America settentrionalie. Molto più indietro gli altri Continenti. Il singolo Paese con più trattamenti è il Canada (sono 51.927) seguito subito dopo dalla Germania e poi da Svizzera, Australia e Francia, tutti Paesi che ricevono un numero di trattamenti superiore ai 40 mila. Anche gli altri tradizionali Paese di emigrazione italiana hanno numeri rilevanti: si tratta degli Stati Uniti, dell’Argentina e del piccolo Belgio che ne riceve 13.500”.