Su MoltoEconomia focus sul turismo delle radici: “Oltre 6 milioni di arrivi l’anno. Anzi, di “ritorni”. Ed è solo il punto di partenza”.
Turismo delle radici che “rappresenta il viaggio di una vita per chi lo compie. Oltre che una potenzialità, di conoscenza, di cultura, di memoria, certo, ma anche economica, visto che vale 4,2 miliardi sul Pil”.
Si tratta di “un’offerta turistica rivolta agli italiani residenti all’estero e agli italo-discendenti, alla ricerca delle proprie origini: il bacino di utenza sfiora gli 80 milioni di persone. E il Pnrr non è insensibile, visto che gli dedica 20 milioni di euro: Missione 1, componente 3, investimento 2.1, “Attrattività dei borghi”.
Il progetto è del ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale guidato da Antonio Tajani, che ha istituito una cabina di regia di cui fa parte l’Anci, l’associazione nazionale dei comuni: vi hanno aderito a centinaia. Si riparte dai borghi. Quelli sotto i 5mila abitanti, in cui era più forte, nel passato, sentire il bisogno di partire alla ricerca di fortuna nel mondo. Obiettivo: attrarre, riqualificare, produrre, investire. L’orizzonte immediato guarda al 2024, l’Anno delle radici italiane nel mondo. Ma lo scopo è stabilizzare gli impegni”.
“Con il progetto del Turismo delle radici – sottolinea Tajani a MoltoEconomia – le aree lontane dai circuiti turistici più conosciuti, a partire dai piccoli borghi e le aree rurali, torneranno al centro di nuovi flussi, favorendo l’occupazione e il turismo ecosostenibile”. Ancora: “Le comunità italiane e gli italo-discendenti nel mondo sono una risorsa inestimabile per il Paese, con cui vogliamo avviare un rinnovato rapporto di conoscenza reciproca e collaborazione a beneficio di entrambe le parti”.