Nel corso della sessione congiunta delle Commissioni “Affari esteri” ed “Attività produttive”, il deputato eletto all’estero per il Partito Democratico Fabio Porta ha illustrato i contenuti della risoluzione presentata insieme ai colleghi Di Sanzo, Carè e Quartapelle.
La risoluzione prende le mosse dall’anno del turismo delle radici italiane nel mondo, progetto istituito dal Ministero degli Affari Esteri con l’obiettivo di coinvolgere la grande comunità degli italiani e discendenti nel mondo per promuovere percorsi di turismo esperienziale con focus principalmente nelle aree interne del Paese e nei piccoli borghi, in controtendenza con il turismo di massa nelle grandi città.
L’On. Porta, dopo avere evidenziato le grandi potenzialità di un progetto che risponde a sollecitazioni e proposte giunte negli ultimi anni dal sistema di rappresentanza degli italiani all’estero, ha voluto individuare le forti criticità del progetto in capo al MAECI e in particolare:
- La scarsa efficacia e competenza dei coordinatori regionali, nonché la loro scarsa conoscenza della realtà degli italiani all’estero;
- L’assenza di un effettivo collegamento con il mondo dell’associazionismo e della rappresentanza degli italiani nel mondo;
- Lo scollamento tra il coordinamento nazionale e regionale e il parallelo coordinamento dei sindaci dei piccoli comuni nominato dal MAECI;
- La distribuzione di risorse “a pioggia” ai comuni, spesso privilegiando iniziative di scarso impatto strutturale sulla domanda turistica degli italo-discendenti;
- La struttura non chiara e la divisione dei ruoli tra ITALEA e Maeci;
- Il grave ritardo nell’operazione “passaporto delle radici”;
- Il mancato coordinamento con ENIT, Regioni ed altre importanti entità del mondo dell’emigrazione come ad esempio il MEI.
Per tutti questi motivi, il parlamentare del PD ha chiesto anche a nome dei colleghi firmatari una risposta urgente da parte del governo e soprattutto un immediato “cambio di rotta” volto a scongiurare il fallimento del progetto, il cui ‘flop’ potrebbe rivelarsi un vero e proprio ‘boomerang’, frustrando tutte le motivate aspettative createsi tra gli italiani nel mondo e depotenziando una grandissima opportunità di crescita e sviluppo per il Paese.