2024, anno del Turismo delle Radici: sono tantissime le iniziative messe in campo dal ministero degli Esteri e da quello del Turismo per fare in modo che i discendenti dei nostri emigrati possano recarsi in Italia alla scoperta delle proprie origini e per fare visita a quei luoghi che videro partire i propri antenati.
Un progetto che sarà in grado di restituire vitalità ai borghi italiani, troppo spesso dimenticati, alimentando anche l’economia locale, oltre a far conoscere le bellezze del nostro Paese a chi vive lontano dallo Stivale ma ha l’Italia nel sangue.
Le radici italiane, la nostra cultura, le nostre tradizioni. E poi la bellezza incomparabile dei borghi italiani, sempre più al centro di un nuovo turismo, quello di ritorno appunto.
Proprio come accade con il caso di Taverna, in Calabria, borgo d’impronta medievale del catanzarese e città natale di Mattia Preti, tra i protagonisti del seicento pittorico italiano, che concorrerà al titolo di Capitale italiana della cultura 2027. Sarebbe davvero un’opportunità storica per un borgo come Taverna e per tutto il territorio che lo circonda.
Come MAIE ci siamo impegnati fin da subito, in ambito Turismo delle Radici, per coinvolgere al meglio i nostri connazionali, lavorando sempre in stretta collaborazione con le istituzioni italiane, come la Farnesina, e con gli organismi di rappresentanza degli italiani all’estero, Comites e CGIE.
Secondo Ivana Jelinic, presidente e ceo Enit, si stanno raccogliendo segnali di crescita da mercati per certi versi sorprendenti, a partire dai cospicui arrivi brasiliani o sudamericani, per arrivare ad americani, canadesi, coreani, vietnamiti e indonesiani attratti dai nostri particolarismi regionali.
Un’iniziativa, quella del turismo di ritorno, a cui ha lavorato alacremente anche il MAIE durante la sua esperienza di governo; progetto che sta già dando frutti importanti e che siamo convinti continuerà a crescere nel tempo.
*Vicepresidente MAIE – Movimento Associativo Italiani all’Estero