Si è svolta mercoledì 15 febbraio, alla Farnesina, la presentazione del progetto PNRR “Turismo delle Radici”. Antonio Tajani, ministro degli Esteri, ha dichiarato: “Vogliamo che tanti italiani che vivono all’estero o sono italo-discendenti possano tornare a scoprire dove vivevano i loro nonni”. E ancora: “E’ necessario valorizzare i piccoli borghi d’Italia, meraviglie culturali da far conoscere nel mondo, anche grazie alla preziosa comunità degli italiani all’estero”.
Come MAIE, non possiamo fare altro che sottoscrivere le parole del titolare della Farnesina. Del resto, come Movimento nato all’estero per gli italiani nel mondo, sappiamo molto bene quanto sia importante, per gli italiani residenti oltre confine e per i loro discendenti, tornare in Italia e rivivere, a distanza di anni, i luoghi delle proprie origini. Allo stesso tempo, non sottovalutiamo il fatto che per molti borghi italiani il cosiddetto turismo delle radici può davvero contribuire a far girare l’economia locale. Perché tale progetto funzioni al meglio, tuttavia, non si può non tenere conto delle comunità italiane nel mondo, non si può non coinvolgere i nostri connazionali all’estero”. Lo dichiara in una nota Vincenzo Odoguardi, vicepresidente MAIE.
“Se Turismo delle Radici deve essere, gli italiani nel mondo dovranno essere protagonisti. A cominciare dai loro organismi di rappresentanza di base, come i Comites, per poi arrivare al Consiglio Generale degli Italiani all’Estero e ai parlamentari eletti oltre confine. Senza dimenticare, naturalmente, la associazioni italiane e tutta la rete del Sistema Italia nel mondo: penso ad esempio alle Camere di Commercio e agli Istituti italiani di cultura. C’è un’Italia oltre l’Italia che, se ben coordinata, può operare affinchè progetti come quello presentato alla Farnesina possano diventare una ricca e florida realtà, piena di opportunità per tutti. Sarebbe un peccato non approfittare dell’enorme presenza italiana nel mondo per raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi”, conclude Odoguardi.