Giovanni Maria De Vita, responsabile del Progetto “Turismo delle Radici” presso la Direzione Generale Italiani all’Estero della Farnesina, durante il Tavolo Tecnico sul Turismo delle Radici, in corso a Matera, ha sottolineato: “Il coinvolgimento dei Comuni è per noi cruciale, perché sono destinazione finale del progetto e del viaggio delle radici. Vogliamo richiamare l’attenzione sul fenomeno dell’emigrazione italiana”.
Senza dimenticare le Regioni: “Vogliamo lavorare con le Regioni, che hanno un ruolo fondamentale, e cercare diversi contatti con le istituzioni sul territorio. Il lavoro che svolgiamo è improntato all’inclusività con un progetto aperto a varie partnership con gli enti interessati”.
“Il nostro progetto ha due componenti – ha continuato – la preparazione dell’offerta e la comunicazione. Per il momento abbiamo creato una rete di operatori sui territori, con cui raccoglieremo tutta una serie di informazioni per venire incontro alle esigenze dei turisti di ritorno; quando avremo una prima base di questa offerta, partirà la campagna di comunicazione. Stiamo predisponendo una piattaforma che consenta al turista delle origini di pianificare il suo viaggio prima ancora di partire per l’Italia”.
Per De Vita è necessario “fare rete” quando si parla di turismo di ritorno. Pensiamo, ad esempio, “a chi si occupa di ricerca genealogica”: è necessario dare i giusti strumenti “per favorire la ricerca di documenti, primo passo che muove gli italiani all’estero ad affrontare il viaggio delle radici”.
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“É importante che il turismo delle radici esca dal suo ambiente teorico, è importante mettere in contatto tutti i soggetti che se ne occupano. Abbiamo creato dei gruppi regionali che si occuperanno di lavorare sui territori per creare l’offerta turistica sul turismo di ritorno che possa venire incontro alle esigenze dei turisti delle radici”. “Abbiamo finanziato due ricerche – ha concluso – che ci consentiranno di indirizzare al meglio la proposta del turismo delle radici”.