Sulle pagine del Gazzettino focus sul turismo delle radici. “Una bella storia, che commuove – si legge -, ma attenzione: può generare un flusso difficile da gestire, in cui si innescano faccendieri spesso con precedenti penali e truffe enormi”.
A lanciare l’allarme è il sindaco di Val di Zoldo, Camillo De Pellegrin, che quattro anni fa si trovò la fila di brasiliani di fronte al suo Comune: centinaia di persone che chiedevano la residenza per poter poi diventare cittadini italiani, in forza dello ius sanguinis, visto che erano discendenti di terza o quarta generazione di emigranti italiani.
Fino a qui nulla di strano, se non fosse che a gestire il tutto era in quel caso un faccendiere brasiliano, finito poi agli arresti per droga per fatti avvenuti nel suo paese, e che qui gestiva un traffico non chiaro sulle cittadinanze.
“Pretendeva – spiega il primo cittadino- di iscrivere come residenti 20-30 persone in un solo appartamento”.
Val di Zoldo è un comune di poco più di 3mila abitanti, che ad oggi conta 1600 iscritti Aire. “E ricordiamo che queste persone votano anche – sottolinea De Pellegrin -: il nostro voto vale quanto uno di un elettore Aire“. Ed evidenzia che “il loro fine ultimo non è vivere qui: se noi abbiamo persone dall’Argentina, dal Brasile che vengono a vivere qui ben venga: fra un po’ dovremo pagare la gente per farla venire qui. Ma non è questo. Dobbiamo spingere per la riforma sia degli Aire che dello iure sanguinis”.