E’ una vera e propria guerra contro il vizio del fumo quella ingaggiata dal governo turco. Dopo aver imposto, ormai da alcuni anni, un rigoroso divieto di fumare nei luoghi pubblici, Ankara ha adottato un provvedimento che fa lievitare del 40% il prezzo delle ‘bionde’. La misura, in realta’, non nasce come un provvedimento contro il fumo, ma rientra in un piu’ ampio pacchetto adottato ieri, che innalza le tasse in vari settori. Ma gli effetti per i fumatori saranno i piu’ pesanti.
Dal 31 dicembre, infatti, il fisco turco incassera’ il 69% del prezzo di vendita di un pacchetto di sigarette, che salira’ cosi’ del 40%. Se ancora per questa settimana un pacchetto continuera’ a costare otto lire turche (3,3 euro), tra pochi giorni il prezzo salira’ a 11 lire (4,65 euro). I critici del governo filo-islamico del partito Akp parlano di un piano volto a cancellare le abitudini troppo poco ‘islamiche’ dei cittadini e ricordano come, solo poco tempo fa, anche le tasse sugli alcolici hanno conosciuto un’impennata e, proprio come per il tabacco, la loro vendita e il loro consumo nei locali pubblici hanno subito forti limitazioni.
Tempi duri, quindi, per gli appassionati di narghile’, la tradizionale pipa ad acqua, e di raki, l’aromatica bevanda alcolica con cui i turchi amano pasteggiare.
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