“L’Italia ha sempre avuto eccellenti rapporti con la Turchia, e ha sempre avuto all’interno della discussione europea sull’ingresso della Turchia o meno, una posizione molto più aperta nei confronti della Turchia fino a tempi recentissimi. Anche per questa ragione, l’intervento e le parole durissime usate dal Presidente Erdogan di recente sono totalmente fuori luogo: in Italia la magistratura non risponde all’esecutivo e conduce le indagini secondo lo stato di diritto”. Così il sottosegretario agli esteri Benedetto Della Vedova ai microfoni di Radio 24, riguardo i rapporti tra Europa ed Ankara, anche in seguito alle critiche di Erdogan all’Italia e alla giustizia italiana dopo le indagini di Bologna sul figlio.
Infine, per quanto riguarda i rapporti con Ankara, il sottosegretario si augura che la tensione “si stemperi, come la volontà che Erdogan sembra interpretare di aprire un contenzioso simbolico e propagandistico con l’Unione Europea, accusando i leader europei, in testa Federica Mogherini, di aver reagito tardi al golpe: nessuno ha avuto atteggiamenti reticenti. La condanna al golpe c’è stata”.
“Minacciare come ha fatto Erdogan che di nuovo possa essere messo in discussione l’accordo tutt’altro che gratuito, come sappiamo e come è giusto che sia, tra Turchia e UE sui migranti, rischia di rendere più faticose le nostre relazioni. L’obiettivo e l’intento dell’Italia – conclude Della Vedova – è di tornare ad avere rapporti positivi con la Turchia”.
Della Vedova commenta l’ipotesi che la concessione agli Usa della base di Sigonella per i raid aerei possa avere un effetto sulla sicurezza in Italia, e spiega: “Sarebbe ed è sbagliato legare la nostra posizione e la nostra esposizione ad un aumento o meno dei rischi di attentati. Francia e Germania sono paesi che hanno atteggiamenti completamente diversi dall’Italia. Evitiamo di dare alibi ai massacratori, che se hanno un disegno politico, è proprio la destabilizzazione e divisione dell’Europa tra i paesi e all’interno del paese. Drammaticamente non ci sono legami: mettendo insieme i dati degli attentati è facile capirlo”.
Il sottosegretario ribadisce anche che nessun paese è a rischio zero, ma “finora, anche grazie al lavoro di polizia e di intelligence, la situazione italiana da questo punto di vista è quella che conosciamo”. E conclude: “Nessuno ha mai detto che l’Italia sia completamente al riparo da attentati, ma questo è indipendente, come dimostra il caso tedesco, da quello che l’Italia fa sullo scenario mediorientale”.
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