"Il timore più che fondato è che Erdogan consolidi una svolta autoritaria i cui effetti in questi anni sono stati l’isolamento della Turchia. Io coltivo la speranza che al di là della dura reazione contro i vertici dell’esercito, peraltro giustificata da quello che è successo, Erdogan usi questa sua vittoria per consolidare i passi che timidamente aveva fatto. Mi riferisco alla riapertura verso Israele e la Russia". Lo afferma Pier Ferdinando Casini, presidente della Commissione Affari esteri del Senato, in una intervista al Messaggero. E sulle accuse della Turchia agli Stati Uniti sospettati di avere spinto verso il golpe commenta che "questo è un problema molto serio, anche se non penso affatto che la regia del golpe sia ricollegabile agli Stati Uniti. Anzi, in un momento topico della nottata in cui non si era ancora capito chi potesse prevalere, la netta dichiarazione di Obama è stata fondamentale per isolare i golpisti e probabilmente scoraggiare coloro che potevano aggiungersi agli insorti".
"Diciamo la verità, oggi siamo tutti più deboli. E’ più debole l’Europa, che ancora una volta è stata vulnerata nel suo cuore a Nizza. Ed è più debole l’Occidente, la Nato, perché quanto è capitato in Turchia non può essere cancellato né dimenticato. Che un paese così importante, un perno della Nato, abbia dimostrato questa fragilità non può che preoccupare. Abbiamo bisogno di alleati solidi e sicuri. Per fortuna il golpe si è concluso con un fallimento".
Casini invita a reagire con "più Europa, invece che con le risposte contraddittorie dei populisti antieuropei che mentre chiedono all’Europa di risolvere i problemi, sono poi contrari a più Europa e a una gestione unica dei confini", "il primo impegno dovrebbe essere quello di essere uniti davanti a questo fenomeno mentre appare chiaro ogni giorno di più che si sta realizzando il vero disegno degli estremisti: destabilizzare l’Europa facendo avanzare un populismo di governo che rischia di sembrare l’unico antidoto". Quindi sottolinea che "il ritorno al passato con un golpe militare non sarebbe mai stata una buona soluzione. Sarebbe stato cadere nel baratro". E conclude: "Noi abbiamo fatto un grande errore nel chiudere le porte alla Turchia e sono confortato dal fatto che i governi italiani, da Prodi a Berlusconi, questo errore abbiano cercato di evitarlo e abbiano sempre aiutato la Turchia nel rapporto con l’Europa. Credo che l’Italia debba continuare su questa linea".
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