E’ sempre massima tensione lungo il confine fra Iraq e Turchia dopo l’attacco di guerriglieri curdi del Pkk contro un avamposto turco, costato la vita a 8 soldati: aerei militari di Ankara oggi hanno colpito le basi dei guerriglieri separatisti in territorio nord iracheno. Il bilancio delle vittime negli scontri fra forze turche e miliziani del Pkk continua ad appesantirsi. Secondo i comandi militari di Ankara, oltre ai soldati turchi uccisi, almeno 26 uomini del Pkk sono morti nei combattimenti delle ultime 24 ore.
Lo sconfinamento dell’aviazione turca in Nord Iraq non e’ stato una sorpresa. Piu’ volte in passato Ankara ha colpito le basi del Pkk nelle montagne del Kurdistan iracheno dopo sanguinosi attacchi contro i suoi militari.
Con peraltro la tolleranza delle autorita’ curde irachene che governano il nord, politicamente distanti dal Pkk curdo-turco, che invece negli ultimi mesi si e’ avvicinato al regime siriano di Bashar al Assad. Alcuni analisti non escludono che la brusca impennata di tensione – e di attacchi del Pkk in territorio turco lungo i confini con Iraq e Siria – delle ultime settimane possa essere collegata in qualche modo alla crisi siriana. E lo leggono come un possibile avvertimento al governo di Ankara, prima alleato e ora in prima linea nell’opposizione al regime Assad.
Il presidente del Kurdistan iracheno Massud Barzani oggi ha lanciato un appello ai vertici del Pkk perche’ pongano fine alla lotta armata. Il conflitto del Kurdistan turco ha causato negli ultimi 30 anni circa 40 mila morti, un vero massacro. ‘Voglio che questa violenza cessi immediatamente. Provoca solo un bagno di sangue’ ha tuonato Barzani. Un appello analogo e’ venuto dal leader del partito curdo turco Bdp – presente nel parlamento di Ankara – che ha chiesto uno stop immediato delle azioni armate del Pkk ma anche dell’esercito turco per consentire di delineare un’uscita politica. ‘C’e’ una sola cosa da fare’ ha replicato il premier islamico nazionalista turco Recep Tayyip Erdogan, secondo la stampa turca impegnato in un tentativo per dare una soluzione politica alla crisi curda: ‘i terroristi devono deporre le armi. Solo allora le forze di sicurezza fermeranno le loro operazioni’.
Discussione su questo articolo