Il “Trump trade” continua a influenzare i mercati mondiali, compreso quello valutario. Sebbene la corsa alle presidenziali statunitensi sia ancora troppo combattuta, gli ultimi sondaggi mostrano un favoritismo nei confronti di Trump. Questo ha causato un aumento dei tassi d’interesse negli Stati Uniti per i timori verso un’ondata di emissioni di debito e per il rialzo del dollaro.
Sono tre le motivazioni che legano il rally del dollaro al Trump trade: i timori di dazi statunitensi aggressivi; il possibile movimento dei tassi statunitensi menzionato in precedenza; una generica tendenza a proteggersi dalle incertezze di una potenziale seconda presidenza Trump. Vale la pena notare che i prezzi delle materie prime stanno resistendo abbastanza bene nonostante la fuga verso il dollaro USA, fatto che potrebbe aprire opportunità di investimento in alcune delle valute dei mercati emergenti più deboli, in particolare quelle dell’America Latina.
Questa settimana sarà insolitamente ricca di dati macroeconomici. Nell’Eurozona, il PIL del terzo trimestre (mercoledì) e il dato chiave sull’inflazione flash di ottobre (giovedì) determineranno il possibile taglio di 50 punti base alla prossima riunione della BCE. Negli Stati Uniti, invece, saranno pubblicati il PIL del terzo trimestre (mercoledì) e l’importantissimo dato sui salari di ottobre (venerdì).
Tuttavia, ci aspettiamo che questo volume di dati passi in secondo piano rispetto ai sondaggi che verranno pubblicati nella fase finale della campagna elettorale negli Stati Uniti.
GBP
La sterlina rimane la valuta del G10 con la migliore performance, seconda solo al Rand sudafricano, nel 2024. Gli indici PMI dell’attività commerciale della scorsa settimana, pur essendo più deboli del previsto, confermano che l’economia britannica continua a crescere, contrariamente alla situazione di stagnazione europea. Inoltre, la dichiarazione di bilancio del governo laburista di questa settimana porterà probabilmente a un ulteriore e modesto incentivo fiscale che, insieme alla diminuzione del premio al rischio legato alla Brexit e al mantenimento di tassi elevati, dovrebbe sostenere la sterlina nell’ultimo periodo del 2024.
EUR
La scorsa settimana il trend di dati economici negativi dell’Eurozona non si è interrotto. Gli indici PMI delle attività commerciali di ottobre non hanno registrato alcun peggioramento rispetto a settembre, ma non sono nemmeno migliorati. Rimangono coerenti con un’economia dell’Eurozona in stallo. Tuttavia, l’elevato tasso di occupazione e l’assenza di segnali di una significativa riduzione dei posti di lavoro potrebbero essere sufficienti a tenere l’Eurozona fuori da una recessione tecnica. I dati sul PIL di questa settimana sono importanti, anche se in ritardo. Sarà più indicativo il dato sull’inflazione flash di ottobre, che costituirà un input fondamentale per le prossima mosse e il possibile taglio dei tassi da parte della BCE.
USD
I report economici degli Stati Uniti continuano a sorprendere al rialzo, anche se questa tendenza è messa in ombra dai sondaggi sulle elezioni presidenziali che si terranno questa settimana. Tuttavia, il report sui salari degli Stati Uniti in uscita venerdì continua a essere uno dei due dati più importanti a livello mondiale, insieme all’inflazione statunitense. La Federal Reserve presterà molta attenzione al dato sulla crescita dei salari, visto il rimbalzo dell’inflazione a cui abbiamo assistito di recente. Per quanto riguarda le elezioni, consigliamo di non prendere troppo sul serio i sondaggi pubblicati negli ultimi giorni e riteniamo ancora che il risultato continui ad essere molto combattuto.