Stiamo seguendo con attenzione i comunicati con i quali si annuncia il dispiegamento ai consoli onorari delle postazioni mobili per la “captazione a distanza” delle biometrie per il rilascio dei passaporti. Ci chiediamo: strategia o semplice ingenuità?
Strategia potrebbe essere, se l’annuncio volesse placare gli animi di Comites, CGIE e Associazioni italiane all’estero che stanno denunciando il collasso della rete consolare sotto le pressanti richieste di una collettività all’estero che negli ultimi cinque anni è aumentata di oltre un milione di utenti. Ingenuità, se veramente la nostra amministrazione credesse che il rilascio di un passaporto sia assolto con il semplice prelievo dei dati biometrici.
E allora, visto che siamo noi i rappresentanti sindacali di quei lavoratori che nei consolati i passaporti li fanno tutti i giorni, sarebbe utile e opportuno ascoltare anche la nostra versione dei fatti:
– Non riusciamo a credere che i consoli onorari si metteranno personalmente seduti dietro il banchetto per il prelievo dei dati biometrici di connazionali desiderosi di ricevere un passaporto.
Quello che il Garante per la protezione dei dati personali non sa, e non può sapere, è che attorno ai consoli onorari ruota una cerchia di aiutanti, sotto aiutanti, vice aiutanti e volontari di ogni genere che li coadiuvano nei loro compiti. Si tratta di persone del tutto sconosciute alle autorità consolari, che non hanno alcun obbligo di responsabilità nonché doveri nei confronti della Pubblica Amministrazione. Eppure, è quasi certo che saranno loro ad utilizzare i dati dei connazionali, provvedendo alla loro trasmissione e custodia.
– Il prelievo dei dati biometrici è comunque solo una parte della pratica per il rilascio di un passaporto. Ci chiediamo cosa possa o voglia fare un console onorario di fronte a una domanda priva dell’assenso dell’altro genitore, di fronte a una domanda priva della trascrizione dei relativi atti di stato civile (nascita, matrimonio ecc.), di fronte a una domanda da parte di persone con pendenze verso la giustizia italiana. La casistica continua e ci fermiamo solo per motivi di spazio.
Concludiamo, soffiando per togliere il fumo dagli occhi di chi crede che il problema del rilascio dei passaporti nei consolati sia risolto o risolvibile con le macchinette per le impronte date ai consoli onorari o, peggio ancora, ai loro fantomatici aiutanti.
CONFSAL UNSA COORDINAMENTO ESTERI