Ladispoli chiede aiuto, dopo la tromba d’aria arrivata dal mare che ha devastato la città al Nord di Roma. Il Comune conta danni a persone e cosa. Il bilancio parla di un morto, un giovane indiano morto dopo essere stato colpito da un cornicione crollato. Il sindaco Enzo Paliotta riferisce di altri 22 feriti, nessuno fortunatamente in pericolo di vita. Il primo cittadino di Ladispoli chiede “lo stato di calamità naturale, e quindi supporto per il ripristino e la ricostruzione di quanto e’ andato distrutto”.
“E’ andato distrutto l’approdo dei pescatori, una gru, centinaia di alberi e lampioni sono caduti, due scuole sono danneggiate…”, spiega Paliotta che stima in “centinaia di migliaia di euro i danni solo per il patrimonio pubblico di Ladispoli, senza contare i danni ai privati cittadini, a macchine e abitazioni”.
TROMBA D’ARIA A LADISPOLI, FOTO E VIDEO
Martedì ancora scuole chiuse. La risposta del governatore del Lazio Nicola Zingaretti non si fa attendere: “Abbiamo attivato gli uffici del Genio civile, dell’agricoltura, della Protezione civile per fare un primo monitoraggio dei danni che e’ la base per proclamare lo stato di calamita’ e chiedere al governo di accettarlo”. Anche perche’ c’e’ anche il Comune di Roma che ora valuta la stessa richiesta. Anche Roma piange un morto a causa del maltempo: un maresciallo dell’Esercito in pensione schiacciato da un albero a Cesano.
IL CLIMATOLOGO Trombe d’aria come quella di ieri a Ladispoli “sono sempre piu’ frequenti” in Italia e la causa della loro formazione e’ una sola, “i cambiamenti climatici che hanno portato l’Oceano Atlantico ad aumentare la sua temperatura di 2 gradi negli ultimi 30 anni”. L’analisi e’ del climatologo dell’universita’ di Firenze Giampiero Maracchi, secondo il quale con il riscaldamento del mare viene liberata una quantita’ di calore ed energia sempre maggiore “e questo e’ un elemento essenziale, nell’area mediterranea, per la formazione di trombe d’aria”.
Venti fino a 150 km/h e danni ingenti: cosi’ si manifestano le trombe d’aria come quella che ieri, oltre a fare due vittime, ha causato danni ingenti. Raffiche di vento si sono inoltre avvertite in tutta la capitale.
Le trombe d’aria, ha precisato il climatologo, “sono una delle due manifestazioni del riscaldamento dell’Atlantico: l’altra sono le piogge intense, in particolare i cosiddetti cicloni extra-tropicali. Se ne contano 3-4 l’anno e si manifestano sotto forma di piogge violente o intense, con esondazioni dei corsi d’acqua”.
La ricetta di Maracchi per limitare questi fenomeni e’ apparentemente semplice: “cominciare a usare meno petrolio, il cui consumo e’ raddoppiato dall’80 ad oggi. Ma finora le varie conferenze sul clima – rileva proprio nel giorno della conferenza sul clima di Marrakech – non hanno portato risultati in tal senso”.
Ad analizzare a livello meteorologico la tromba d’aria e’ Matteo Rosi, previsore del Consorzio Lamma-Cnr. “Nei bassi strati dell’atmosfera – sottolinea – si e’ formato un flusso di aria umida e mite, in quota invece abbiamo avuto aria piu’ fresca. L’aria calda, rafforzata dalla temperatura piu’ alta del mare che produce energia ed umidita’, salendo si e’ scontrata con l’aria fresca proveniente dall’Atlantico”.
In questo caso, aggiunge Rosi, “i fenomeni atmosferici correlati possono essere esplosivi, con temporali anche intensi, venti molto forti e trombe d’aria”. Prevedere le trombe d’aria, sottolineano i meteorologi del Centro Epson Meteo, e’ purtroppo impossibile: “e’ senz’altro possibile prevedere le condizioni generali che rendono probabili la formazione di un temporale violento – spiegano – ma nessun modello e’ ancora in grado di simulare nel dettaglio e con sufficiente anticipo la formazione di un tornado. In questi casi l’unica arma a disposizione e’ la prevenzione, unita ad un’attenta sorveglianza (ad esempio mediante i radar) delle condizioni in atto qualora sia giustificata ed emessa un’allerta”.
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