Creare uno spazio unico europeo per gestire i 27mila voli giornalieri. Ogni anno quasi un miliardo e mezzo di passeggeri si imbarca in uno degli oltre 440 aeroporti d’Europa e le stime sono in crescita. Il che significa, che se non si interviene, nei nostri cieli regnerà il caos.
Il progetto comunitario di cielo unico europeo lanciato nel 2004 e’, ancora, sostanzialmente sulla carta. Lo spazio aereo e’ ancora frammentato in 27 sistemi di controllo nazionali. Si preferisce seguire rotte strutturate attorno ai confini nazionali, il che significa fare strade piu’ lunghe. Tradotto in cifre vuol dire mediamente volare 42 chilometri piu’ del necessario, per un costo straordinario di 5 miliardi di euro l’anno. Tutti costi che vengono poi trasferiti su imprese e passeggeri.
Oggi il controllo del traffico aereo, ad esempio, rappresenta dal 6 al 12% del costo di un biglietto. Gli Stati Uniti controllano uno spazio aereo vasto quanto quello europeo, eppure il traffico e’ il doppio e i costi sono la meta’.
Insomma, gli utenti pagano il costo delle politiche di nazionalita’. E’ ora di mettere mano a questo inutile sperpero di denaro del contribuente.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc*
*Associazione per i diritti degli utenti e consumatori
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