“Cinquantanove anni fa una grande sciagura segnava la nostra storia e indicava al mondo come fossero ancora tanti i Veneti che cercavano fortuna fuori dai confini negli anni in cui l’Italia era già attraversata dal boom economico.
Nella tragedia di Mattmark, infatti, perdevano la vita 17 lavoratori della provincia di Belluno. Come già a Marcinelle e in altre gravi circostanze il Veneto piangeva gli eroi della sua emigrazione, che oggi ricordiamo con commozione, affetto e riconoscenza; grazie al loro sacrificio, unito alla fatica di tanti altri, la nostra regione ha conosciuto il riscatto e oggi è terra di crescita, di produttività, di progresso e di visione futura”.
Con queste parole il presidente della Regione Veneto ricorda i gli operai veneti, di varie località del Bellunese, che persero la vita il 30 agosto del 1965, sotto la valanga che investì il cantiere di una diga a Mattmark, sul ghiacciaio dell’Allalin in Svizzera.
“Ricordiamo tutti gli 88 lavoratori di varie nazionalità caduti in quella tragedia – conclude il governatore – simboli di un’emigrazione operosa che vide tra i principali protagonisti proprio i veneti. Un grande fenomeno epocale, la cui storia non è fatta solo di numeri, statistiche e date ma di persone e famiglie, lavoro e fatiche, sacrifici e addii, speranze e dolori.
Anche nella consapevolezza di questa difficile esperienza che è nel nostro Dna di comunità e nel ricordo dei tanti nostri concittadini che sono morti per costruire un futuro per sé e i propri cari, siamo oggi una società saldamente ancorata nella solidarietà, dove un veneto su cinque dedica il suo tempo al volontariato sociale: una risposta concreta alle insinuazioni di egoismo e chiusura verso il Prossimo”.