Tra il leader di Italia Viva Matteo Renzi e quello di Azione Carlo Calenda volano gli stracci. Calenda accusa Renzi di non volere fare il partito unico per tenersi i soldi. Il leader di Azione rimprovera all’ex-premier ed ex-sindaco di Firenze il fatto che oggi sia anche direttore del quotidiano “Il Riformista”. Insomma, sembra che il Terzo Polo si stia rompendo. Forse, la verità è una sola ed è il fatto che i due protagonisti della vicenda (Renzi e Calenda) siano due personaggi egocentrici.
A Renzi non piace essere gregario, come non piace a Calenda. Due egocentrici non possono stare insieme. Conosciamo tutti la storia di Renzi, il quale (poco dopo la sua elezione alla carica di segretario del Partito Democratico, nel 2014) disse all’allora premier Enrico Letta: “Enrico, stai sereno!”, per poi sfiduciarlo senza passare per il Parlamento. Calenda lo sapeva, ma si è alleato con Renzi perché pensava di trarre qualche beneficio per sé.
Il Terzo Polo è stato voluto dai due solo come cartello elettorale per prendere i voti con i quali essi sono potuti entrare in Parlamento. Se fossero andati al voto separati, Renzi e Calenda sarebbero rimasti fuori dal Parlamento e per due personaggi che fino ad ora hanno campato di politica questo sarebbe stato un problema. Purtroppo, la verità è questa ed è molto triste.
Quanto sta accadendo nel Terzo Polo, ammesso che sia mai esistito, è veramente uno spettacolo triste, perché vi è la rappresentazione della politica autoreferenziale che pensa più alla sua sopravvivenza che al bene del Paese. Insomma, gli egocentrismi dei due sono emersi ed il Terzo Polo è oggi un pollaio con i due galli che litigano. Anzi, citando Manzoni e scusandomi dell’assonanza, Calenda e Renzi sono come i polli di Renzo.