Registri di classe ‘formato lenzuolo’ da usarsi esclusivamente per classi di oltre 50 alunni. Pagelle del ventennio fascista con la doppia funzione di giudizio finale sull’alunno e manifesto propagandistico. Grafici sul processo di alfabetizzazione (nel 1911 a Torino era analfabeta il 10% della popolazione, a Cosenza il 90%) e ancora libri rari, come il primo libro ‘Cuore’ in braille, abbecedari, abaci e quaderni per i compiti delle vacanze. Sono i primi centocinquanta anni di scuola italiana custoditi nella biblioteca del ministero dell’Istruzione: settantamila opere raccolte negli scaffali di viale Trastevere. Per il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, si tratta ‘di un patrimonio per il paese, un bene comune che si deve trasmettere’. Anche per via telematica: e’ in fase di realizzazione infatti ‘la digitalizzazione di queste opere, con 10 mila’ testi gia’ trasferiti sul computer. ‘Il progetto partira’ a dicembre – ha spiegato il ministro – creeremo un portale sulla storia della scuola per permettere alle persone lontane di fruire di questo materiale’.
La biblioteca ministeriale e’ aperta al pubblico ogni giorno. Oggi, in occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico e in concomitanza con i 150 anni della fondazione dell’archivio, Profumo l’ha rivisitata assieme a una scolaresca. ‘Una delle prime cose fatte quando sono arrivato al ministero e’ stata la visita alla biblioteca, che rappresenta la storia dell’uomo. Un anno dopo credo che i nostri ragazzi debbano poterla condividere e visitare. Credo che una scuola piu’ aperta e moderna debba cominciare dall’apertura della biblioteca’.
L’archivio e’ nato a Torino nel 1862, poi, seguendo le vicende del Regno d’Italia, si e’ trasferito a Firenze e successivamente a Roma nel Palazzo della Minerva e dal 1928 nella sede del Ministero, in viale Trastevere (allora viale del Re). Custodisce pagelle dal 1861, decreti regi con firma autografa di Vittorio Emanuele III e di Umberto I, annuari dell’istruzione, la collezione delle leggi d’Italia fin dalla prima del 21 marzo 1861, la prima edizione del giornale delle Due Sicilie, dopo l’ingresso di Garibaldi a Napoli e circa 10 mila libri stranieri sull’istruzione dell’800 e del 900. Espone anche registri di classe, meglio noti in passato come ‘registri giornalieri’ e, dal 1923, come ‘giornali di classe’. Fungono quasi da diario di bordo in cui sono raccontati un po’ tutti gli aspetti della vita in classe: dalle ore di lezione sotto i bombardamenti alla precisazione delle professioni dei genitori di ciascun alunno. Ed e’ cosi’ che spuntano i mestieri piu’ strani come quello del ‘cicoraro’ (che vende cicoria), ma anche situazione di estrema poverta’. Uno screening completo dell’alunno, che va ben oltre ai giudizi di merito a cui e’ abituata la scuola oggi.
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