Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti è stato arrestato con l’accusa di corruzione. Una certa parte politica e certa stampa si stanno già muovendo per fare dei processi contro il presidente ligure. Ora, un principio che deve valere riguardo a questa vicenda è quello della presunzione di innocenza. Fino a quando mancherà una sentenza definitiva di condanna, Toti e le altre persone coinvolte con lui nella questione sono da definirsi dei presunti innocenti.
Toti è accusato di avere favorito alcuni imprenditori in cambio di tangenti. Come ha riportato “Il Giornale”, secondo quanto ricostruito dai magistrati, ci sarebbe stato un sistema di potere che ha indirizzato le operazioni politico-amministrative che si sono svolte in Liguria negli ultimi anni, ivi compresa la gestione, concessa fino al 2051, del Terminal Rinfuse, gestito dalla società Terminal Rinfuse Genova srl., controllata al 55% dalla Spinelli S.r.l. Si tratta di uno dei principali terminal del porto genovese, snodo commerciale fondamentale nel Mediterraneo, uno dei principali per gli scambi da e per l’Italia.
Dagli atti dell’indagine emerge che il governatore avrebbe ricevuto denaro per agevolare le pratiche edilizie per due supermercati di Esselunga ma anche per velocizzare il rinnovo di concessioni portuali e trasformare spiagge da libere a private.
Gli inquirenti sostengono che il governatore avrebbe ricevuto in più tranche 74.100 euro, che gli Spinelli avrebbero versato al “Comitato Giovanni Toti”, a volte come finanziamenti a volte per la partecipazione a cene elettorali.
Aldo Spinelli, il quale fu presidente dell’US Livorno, è arrestato con Toti.
Certamente, si deve fare chiarezza sulla vicenda. Le accuse sembrano di dubbia consistenza, visto che il focus delle indagini è rappresentato dalle elezioni del 2020 e, secondo quanto riportato da Nicola Porro, si parla della campagna elettorale fatta per l’attuale presidente ligure. Le cene elettorali si fanno e ci sono coloro che le finanziano e (da quello che so, visto che anch’io ho partecipato a eventi simili) i soldi per questi eventi sono tracciati. Davvero si pensa che per fare una campagna elettorale non servano soldi?
Per questo motivo, fare dei processi mediatici contro Toti (mostrificandolo e sbattendo il “mostro” in prima pagina) è fuori luogo. Oltretutto, certa stampa ha non ha messo in risalto allo stesso modo quello che è accaduto a Bari e in Puglia.
Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano non è coinvolto in nessuna indagine, ma ha detto pubblicamente di essere andato a casa della sorella di un boss. Questa cosa è stata detta da Emiliano in persona. Certo, non è indagato, ma politicamente non ha fatto una bella figura.
Eppure, quella stessa stampa tace riguardo a Emiliano, contro il quale (giustamente) non è stato fatto nessun processo in piazza, nonostante la figuraccia rimediata dal presidente pugliese sul piano politico.
Dunque, vale per Toti lo stesso principio che è valso per Emiliano: non si fanno processi in piazza. Senza contare che la tempistica del caso Toti lascia qualche perplessità, visto che il fatto si sta verificando a poche settimane dalle elezioni. Al più presto, e fino in fondo, si faccia chiarezza.