Nello splendido scenario dell’Auditorium Agnelli di Torino, dotato di un’eleganza raffinata e mai ostentata, tipica sabauda, ieri sera si è tenuto un coinvolgente concerto con le musiche di Ravel, Mahler e Šostakovič. Applausi numerosi e ben meritati per la Junge Deutsche Philharmonie composta da giovani talentuosi musicisti tedeschi, formati per essere delle vere e proprie eccellenze con un repertorio sinfonico che si estende anche alla musica contemporanea e antica.
A dirigere JDP il prestigioso direttore d’orchestra inglese Jonathan Nott che ha dato il meglio di sè, confermandosi un grande nel panorama mondiale dei direttori d’orchestra e scrivendo una delle più belle pagine della sua carriera con una performance impeccabile. La serata si è snocciolata, in un crescendo di interesse ed apprezzamenti da parte del pubblico, dalle musiche di Maurice Ravel con Valses nobles et sentimentales, partitura costituita da otto valzer il cui titolo è un omaggio a Franz Schubert, ai Kindertotenlieder (Canti dei bambini morti) con le musiche di Mahler.
Infatti il compositore austriaco utilizzò i testi del poeta Friedrich Rückert che aveva scritto i Kindertotenlieder, in seguito alla morte dei propri figli, Luise ed Ernst. Quest’ultimo nome è il medesimo del fratello di Gustav Malher, morto precocemente, quindi senza dubbio da parte del Maestro austriaco il coinvolgimento emotivo raggiungeva l’apice al momento della composizione. Nella musica traspare una sorta di tempesta emotiva legate al tema della morte. A rendere, nella loro melanconia, una sorta di capolavoro i testi, è l’avvincente interpretazione coadiuvata da una profonda voce, del mezzosoprano Michelle Breedt. E’ una delle artiste più apprezzate della sua generazione. Ha calcato i palchi dei teatri più importanti del mondo dal Deutsche Oper Berlin, Opéra de Paris passando per quelli di Hong Kong e Tokyo senza tralasciare Madrid, Amsterdam e Lisbona solo per citarne alcuni. Gli applausi del pubblico sono stati copiosi arricchiti da un gran numero di apprezzamenti.
La serata si è conclusa con 45 minuti della Sinfonia n.15 il la maggiore op.141 Dmitrij Šostakovič, l’ultima del compositore russo e la cui prima esecuzione ebbe luogo l’8 gennaio 1972 nella sala grande del Conservatorio di Mosca. Tale Sinfonia raccoglie molte citazioni sia di opere proprie, sia di altre composizioni del passato dalle quali si evince Rossini e Wagner , ossia comicità e tragedia. Nell’allegretto del primo tempo l’atmosfera è briosa e scherzosa coinvolgendo tutta l’orchestra dove si delineano tratti della Sinfonia del Gugliemo Tell di Rossini.
Il tono generale vede l’alternanza di momenti di leggerezza e profondi momenti foschi. Un trionfo di vari strumenti che spaziano dagli archi, ai fiati, ai legni, celesta, campanelli, timpani, frusta, piatti, cassa, tam-tam… Nell’ultima pagina ancora un adagio dove traspare un passo della Walkiria di Wagner, quando con l’apparizione di Brunnhilde, segna la morte vicina di Siegmund.
Senza dubbio anche la seconda parte è stata molto apprezzata con una musica che ha colpito dritta al cuore sia nelle parti più allegre che in quelle più struggenti e cupe. Gli applausi finali del copioso pubblico sono stati di svariati minuti per una serata riuscita in toto, ma dietro a tanto successo c’è un lavoro notevole, non solo degli artisti, ma anche del Direttore Artistico, Francesca Gentile Camerana e del suo staff, per le acute e vincenti scelte, di porre in essere un ben nutrito programma di concerti con artisti di fama internazionale.
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