La Polizia elvetica randella un nostro connazionale reo di avere esultato alla vittoria della Nazionale. L’episodio è accaduto in città dopo la vittoria degli azzurri sul Belgio. Il comandante Beltraminelli: «Certi atteggiamenti non si possono tollerare». E il caso non è isolato
Le esternazioni anti-immigrati italiani in Svizzera anche con il calcio. Quando c’è di mezzo il razzismo neanche una partita della Nazionale italiana ci sta. In quel caso bisogna applicare la regola della tolleranza zero. A maggior ragione se ad esultare per la vittoria della squadra del cuore è un tifoso italiano.
«Mi hanno multato perché festeggiavo la mia Italia». A parlare è un abitante del Bellinzonese, multato lunedì sera nella capitale ticinese mentre celebrava la vittoria degli azzurri sul Belgio, ai campionati europei di calcio. L’episodio sembra non essere isolato. Anche nel Luganese e nel Locarnese sono piovute sanzioni.
«Gridavo e suonavo il clacson – racconta il nostro interlocutore -. Mi è stata annunciata una multa salata, forse diverse centinaia di franchi».
Ivano Beltraminelli, comandante della polizia comunale di Bellinzona, non ha dubbi sull’accaduto: «Se il cittadino è stato multato, è perché il suo comportamento è stato inadeguato». E aggiunge: «Prima dell’inizio degli europei di calcio sono state diramate delle direttive a livello cantonale sul limite da non oltrepassare durante i festeggiamenti. Noi cerchiamo solo di farle rispettare».
Sul caso specifico il comandante non vuole esprimersi. «Abbiamo dato alcune multe nella serata di lunedì, lo confermo. Ma certi atteggiamenti non si possono tollerare. Se uno sta seduto sul finestrino mentre l’auto è in movimento è chiaro che può essere sanzionato. Queste persone non hanno sicuramente preso la multa a causa di due colpi di clacson o di qualche urlo. Anche perché per un uso improprio del clacson la multa arriva al massimo a 40 franchi. Se qualcuno riceve di più, è perché ha fatto altro. E poi, un conto è suonare il clacson alle 23, appena dopo che la partita è finita, un conto è farlo alle 2 di notte».
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