In questi giorni abbiamo letto tante dichiarazioni di esponenti del Popolo della Libertà che applaudivano al successo dell’operazione tesseramento PdL: oltre un milione di iscritti al partito, dopo l’ultima campagna adesioni. Lo scorso luglio, gli iscritti erano appena 3mila, come dichiarato da Angelino Alfano, segretario politico del PdL. Cos’è successo? Secondo molti, i signori delle tessere sono entrati in gioco e a suon di quattrini hanno comprato tessere, tante, in breve tempo. Abbiamo già riportato su ItaliaChiamaItalia come spesso le tessere venissero regalate, perché in realtà a pagarle erano i vari capetti all’interno del partito.
Per Fabrizio Santori, consigliere PdL di Roma Capitale, che ha seguito l’operazione tesseramento da vicino e che è stato uno di coloro che hanno suonato l’allarme, l’ottimo risultato della campagna adesioni “non deve far gridare vittoria a nessuno, perché sarà il congresso la vera cartina tornasole per tutti. Urlare ai quattro venti il numero dei tesserati ora e’ come partecipare a un concorso di bellezza mostrando muscoli dopati. La vera sfida sarà portare gli iscritti al voto congressuale attraverso il coinvolgimento e la possibilità di eleggere direttamente i loro rappresentanti e di non trovarsi di fronte ad accordi preconfezionati sottobanco dai soliti noti”. Già, è proprio così. Ora quel milione e passa di tesserati dovrà votare nei congressi, che si dovrebbero tenere – il condizionale è d’obbligo – proprio in questo mese, novembre. Staremo a vedere,ma la situazione politica italiana è così confusa che avere qualche dubbio è lecito.
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