L’Ambasciatore Giulio Terzi, ex Ministro degli Esteri, è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus. Sul vertice Nato a Varsavia. “Si sono perse milioni di ore sui media a parlare di referendum e Italicum, mentre la stampa internazionale era concentrata sui grandi temi della sicurezza e sui grandi equilibri geostrategici – ha affermato Terzi -. In Italia invece il vertice Nato è stato un argomento molto in ombra. Probabilmente per scelte precise perché in questa cultura della maggioranza di governa mi sembra che si tocca il meno possibile tutto ciò che riguarda la sicurezza atlantica, anche la stessa difesa europea. C’è da chiedersi se queste scelte di mantenere alcuni temi, come quella della sicurezza, al di fuori del dibattito politico e della comunicazione del governo non influisca poi sul ruolo che l’Italia può giocare in questi importantissimi contesti internazionali come il vertice Nato. I nostri partner hanno la sensazione che noi su alcuni temi siamo particolarmente timidi ed esitanti”.
“Dal vertice di Varsavia è uscito un quadro di unità – ha spiegato Terzi -. E’ uscito un lunghissimo documento che riassume l’intero dibattito e che è di notevole impatto per il futuro. Sulle relazioni tra Nato e Ue c’è una dichiarazione specifica che afferma l’importanza della cooperazione, c’è uno studio militare per il sostegno della Nato all’UE nella lotta contro il traffico di armi con la Libia, le azioni congiunte contro il traffico dei migranti e per la prevenzione al terrorismo. Poi ci sono altri punti sul piano della sicurezza che riguardano lo spiegamento di 4 battaglioni multinazionali in Estonia, Lituania, Lettonia e Polonia per dimostrare alla Russia che l’Alleanza atlantica prende molto seriamente il rischio di una destabilizzazione dei Paesi baltici. A Varsavia è emersa una preoccupazione condivisa da tutti, riguardo il rischio che le modalità di innescare conflittualità in modo asimmetrico, come avvenuto in Ucraina, si possano ripetere anche nei Paesi baltici. Allora la Nato ha tenuto a chiarire che l’aggressione non è più soltanto considerata un’invasione territoriale con forze armate speciali, ma è anche un’invasione asimmetrica determinata da azioni di intelligence per destabilizzare un Paese alleato. E di fronte a queste azioni la Nato è impegnata a difendere il Paese che viene colpito”.
Gran Bretagna. “Quello che io vedo come un successo di questo vertice Nato – ha osservato Terzi – è che la Gran Bretagna, che col Brexit veniva data da molti commentatori come un Paese spacciato in via di disgregazione, nel giro di pochissimi giorni ha espresso un leader come Teresa May, donna che molti associano per alcune caratteristiche alla Tatcher, e nel partito laburista sta emergendo la candidatura di Angela Eagle, che aveva delle visioni molto più precise sull’Europa rispetto a quelle di Corbyn. Questa è una buona notizia, perché dimostra che c’è una grande vitalità nel Paese, che sembrava dovesse essere in grandi crisi dopo la Brexit. All’interno dei bilanci per la difesa europei, la Gran Bretagna ha il 25% del totale. Quindi è la forza militare di gran lunga più importante. E’ vero che l’uscita dall’UE tenderà a sbilanciare anche all’interno della Nato gli equilibri verso gli Stati Uniti”.
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