Giulio Terzi Sant’Agata, ministro degli Esteri, è stato beccato da “Panorama” mentre accompagna i propri figli a scuola con l’auto blu, con tanto di autista. Auto di servizio della Farnesina usata quindi a scopi privati: non è il massimo per un ministro della Repubblica Italia, specialmente in tempi di crisi e di forte anti-politica.
L’episodio si è ripetuto più volte, in giorni diversi. Spiegano dalla Farnesina: “Nei quattro mesi da quando Terzi è ministro in tre occasioni l’auto che lo accompagna in ufficio ha lasciato i bambini a scuola”: tutte le altre volte ci ha pensato la madre, sempre a piedi.
Nulla di grave, in fondo. La stessa Corte di Cassazione ha stabilito nel 2011 che, qualora l’uso dell’auto blu per finalità private sia «episodico ed occasionale» e le distanze percorse siano brevi (la scuola dista circa 700 metri dalla casa del ministro), non configura alcun tipo di reato (peculato d’uso o abuso di ufficio), «potendo eventualmente divenire oggetto di sole sanzioni disciplinari». Tuttavia, cose del genere non vanno fatte neppure una volta. Basta un solo episodio per lanciare un pessimo messaggio. E sapere che il ministro degli Esteri, il “ministro degli italiani nel mondo”, come lui stesso si è definito durante un’intervista, approfitta dell’auto blu per portare i propri figli a scuola, non ci fa certo piacere. Voi che dite?
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