Il Colosseo, il Duomo di Milano, autostrade, stazioni e fermate della metropolitana, l’Expo, la polizia, i carabinieri. E, soprattutto, la base militare di Ghedi, nel bresciano. Lassad Briki, nato il 12 febbraio 1980 a Kairouan in Tunisia, e Muhammad Waqas, nato il 16 agosto 1988 a Gujirat in Pakistan, entrambi operai, erano perfettamente integrati nel nostro Paese. Parlavano italiano tra loro, ma studiavano da terroristi. La polizia di Milano li ha arrestati questa mattina a Brescia con l’accusa di associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico, di "adesione e partecipazione all’organizzazione terroristica denominata Stato islamico", ha precisato il procuratore aggiunto antiterrorismo Maurizio Romanelli.
"Siamo nelle vostre strade, l’Isis è tra voi", scrivevano sui foglietti fotografati con lo sfondo di alcuni luoghi simbolo del nostro Paese postati su twitter all’account "Islamic_State_in_Rom". Sul profilo figurava anche la spiaggia tunisina di Sousse, teatro dell’attentato rivendicato dall’Isis. Secondo gli inquirenti, i due, che non avevano una preparazione militare, si erano per ora limitati a scaricare dalla rete un "manuale per Mujaheddin in Occiente".
Durante la conferenza stampa che si è tenuta questa mattina alla Questura di Milano, Romanelli, che ha coordinato le indagini condotte da Digos e Polizia Postale, ha comunque sottolineato che non c’è mai stato "un passaggio all’azione", anche perché i due, che da quanto emerso non avrebbero una rete consolidata di complici, erano controllati a vista, "a 360 gradi", dagli investigatori.
Il passo successivo, dopo aver studiato la guida dei Mujaheddin, sarebbe stato forse un campo di addestramento in Siria. "Abbiamo avuto la conferma che il nostro sistema di prevenzione nei confronti di attacchi terroristici funziona", ha esultato il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. "Il monitoraggio del web – ha aggiunto – consente un’azione di prevenzione molto efficace".
Ettore Rosato, presidente dei deputati Pd, sottolinea che l’intervento è stato reso possibile grazie a "un serio potenziamento delle misure di controllo e prevenzione che il nostro governo sta sostenendo con risultati estremamente positivi". Secondo Maurizio Lupi, capogruppo di Area popolare alla Camera, "l’Italia sa di essere in prima linea e il pacchetto antiterrorismo predisposto dal ministro dell’Interno Angelino Alfano si sta dimostrando all’altezza della situazione di pericolo, perché consente un livello di indagini preventive, soprattutto sulle forme di reclutamento di nuovi terroristi, che permette di tenere i rischi sotto controllo". Preoccupato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni: "Questa gente pare fosse pronta a commettere attentati dalle nostre parti. Questo dimostra che il rischio c’è, è alto e viene continuamente alimentato dall’arrivo di clandestini".
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