C’era anche Sebastiano Tusa, assessore ai Beni culturali della Regione Sicilia, sul Boeing 737 della Ethipian Airlines precipitato nelle scorse ore in Etiopia. “Ho appena ricevuto la conferma ufficiale dell’Unità di crisi del ministero degli Esteri”, fa sapere in una nota il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.
“Sono distrutto – dichiara Musumeci -, è una tragedia terribile, alla quale non riesco ancora a credere: rimango ammutolito. Perdo un amico, un lavoratore instancabile, un assessore di grande capacità ed equilibrio, che stava andando in Kenya per lavoro. Un uomo onesto e perbene, che amava la Sicilia come pochi. Un indimenticabile protagonista delle migliori politiche culturali dell’Isola”.
Tusa – archeologo molto noto anche all’estero, e’ stato anche Sovrintendente del Mare della Regione – era diretto in Kenia, per un progetto dell’Unesco. Il padre di Sebastiano, Vincenzo, morto nel 2009, e’ stato a sua volta archeologo, soprintendente alle Antichita’ della Sicilia occidentale dagli anni ’60 fino a meta’ degli anni ’80 e considerato il “padre” del sito archeologico di Selinunte.
Sebastiano Tusa era anche docente di Paletnologia all’Universita’ Suor Orsola Benincasa di Napol e ha curato diversi “scavi” e ritrovamenti, a Pantelleria e a Mozia. Ha fatto parte anche dell’ufficio Unesco di Venezia e si e’ occupato della realizzazione dei siti archeologici in Albania.
Nel 2018 era stato chiamato a ricoprire l’incarico di assessore regionale ai Beni culturali, al posto del critico d’arte Vittorio Sgarbi.
“Sono molto dispiaciuto per la morte di Sebastiano Tusa, avevamo ancora tante cose in sospeso in Sicilia…”. Vittorio Sgarbi ha appena appreso della morte dell’archeologo Sebastiano Tusa. Dopo le dimissioni di Sgarbi da assessore ai Beni culturali, il critico d’arte chiese espressamente al governatore Musumeci di nominare come suo successore proprio Tusa, che era il direttore dell’assessorato. “Tusa era il mio erede naturale, io l’ho voluto fortemente – dice ancora Sgarbi – era una persona competente e cordiale”.
“Il fatto che accada a una persona così vicina fa pensare che è meglio non prendere l’aereo, perché in un incidente automobilistico puoi cavartela, ma se cade un aereo non ti salvi”, dice Sgarbi