Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, è intervenuto questa mattina su Radio Cusano Campus e ha parlato della notte appena trascorsa: "E’ aumentato in maniera esponenziale il numero dei morti accertati, siamo oltre ai 190. Si continua a scavare, ci sono delle zone dove sicuramente ci sono altri miei amici. Se ci sono notizie su persone che possono ancora farcela? Da ieri sera no. L’opera di soccorso è stata straordinaria".
Pirozzi si sofferma sull’opera di soccorso: "Forse ho avuto la fortuna, nel momento della disgrazia, di dire che il paese non c’era più, che avevamo bisogno di aiuto. Lì si è messo in moto un meccanismo straordinario, sono arrivati nel giro di 20 minuti i primi vigili del fuoco e lì si è messo in moto tutto. Io sono uscito di casa e non c’era più la porta storica dell’ingresso di Amatrice, che era del 1400. Quando cade la porta storica è segno di tabula rasa. E infatti il paese non c’è più".
Sugli aiuti che necessita Amatrice il sindaco Pirozzi è chiaro: "A costo di essere sfacciato, voglio essere sincero. Di generi alimentari ne stanno arrivando tantissimi, c’è il rischio che il cibo vada sprecato e questo non deve accadere. In questo momento, oltre alla solidarietà umana, e ce n’è tanta, abbiamo bisogno di contributi economici. Qui non c’è più niente. Bisogna pensare alla ricostruzione, ad Amatrice servono soldi, non c’è più un’attività commerciale, non c’è più niente. Servono soldi".
Sull’Hotel Roma: "La situazione dell’Hotel Roma si è risolta. Sono riuscito a parlare a mezzanotte con i proprietari, che erano in ospedale, e alla fine è emerso che all’Hotel Roma alloggiavano 32 persone, non 80 come si pensava all’inizio. Ne hanno tirato fuori 4, ora potrebbero essercene altri 2. Il resto o sono morti o sono feriti".
Sull’ospedale di Amatrice: "L’ospedale è chiuso, ma non è il momento delle polemiche. Ci sarà tempo e spazio".
Pirozzi ha incontrato il premier Renzi: "Gli ho detto che sono un allenatore di calcio e che non mollo. Lui mi ha detto che questa è una sfida importante per l’Italia. Amatrice deve vincerla. Da ieri sera porto la felpa con su scritto Amatrice. E’ la prima cosa che ho tirato fuori da casa quando ho abbandonato la mia abitazione. Ho detto a Renzi che sarebbe il caso si mettesse la felpa con su scritto Italia. Questa è una grande sfida per l’Italia. Il nostro cuore è spezzato, pensiamo a tutti quelli che qui hanno investito, con passione, sia politica che economica, e poi in dieci secondi hanno visto svanire tutto. Ma nessuna notte è tanto lunga da poter impedire al sole di risorgere. Per questo lo dico a voce alta, risorgeremo. Sono un uomo di montagna, non permetterò che su di noi si spengano i riflettori".
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