In seguito al terremoto che ha distrutto L’Aquila nella notte tra il 6 e il 7 aprile del 2009, era riuscito ad accaparrarsi un numero rilevantissimo di lavori privati di ricostruzione – oltre 160 cantieri – tanto da risultare secondo solo ad un paio di note societa’ di capitali operanti nell’edilizia, nella classifica degli affidamenti: questa mattina, i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria de L’Aquila, in esecuzione di un’ordinanza emessa dal Gip, Giuseppe Romano Gargarella, hanno arrestato, e posto ai domiciliari, C.C. 52 anni, noto imprenditore edile di L’Aquila. Contestualmente, sono stati operati sequestri di denaro ed altri beni per un totale complessivo di 700 mila euro. L’imprenditore deve rispondere di gravi fatti di truffa aggravata ai danni dello Stato e reati di falso.
L’indagine dei finanzieri aquilani, coordinata dal Procuratore del capoluogo abruzzese, Alfredo Rossini, e diretta dal Pm Antonietta Picardi, ha fatto luce su gravi e reiterate indebite percezioni di fondi pubblici nell’opera di ricostruzione di numerosi condomini, ville e case, tutte nel capoluogo. Per tale ragione, oltre all’imprenditore, sono indagati diversi tecnici, per aver asseverato lavori mai eseguiti ovvero eseguiti in forma diversa da quella reale, un amministratore di condominio e alcuni proprietari di abitazioni, beneficiari dell’aiuto di Stato, per un totale di 43 persone.
L’inchiesta ha avuto inizio circa un anno e mezzo fa grazie a diverse denunce pervenute da cittadini terremotati onesti che, a fronte della constatazione di lavori rendicontati in misura e maniera ben diversa dal reale, hanno deciso di rivolgersi alla magistratura ed alla Gdf.
L’arrestato, che risulta iscritto alla Camera di Commercio come "piccolo imprenditore", titolare di ditta individuale artigiana, all’indomani del terremoto era riuscito ad accaparrarsi un numero rilevantissimo di lavori privati di ricostruzione – oltre 160 cantieri – tanto da risultare secondo solo ad un paio di note di societa’ di capitali operanti nell’edilizia, nella classifica degli affidamenti. Sono risultate necessarie, quindi, complesse ed elaborate indagini di polizia economica e finanziaria che hanno richiesto l’attento esame di documenti contabili e fiscali, la verifica dei materiali utilizzati, di prestazioni effettivamente svolte, l’esame dei progetti presentati e della congruenza dei computi metrici, l’utilizzo di rilievi fotografici dei luoghi ante e post ricostruzione, ma anche esami testimoniali ed analisi di flussi finanziari – soprattutto concernenti il contributo di Stato – riferibili all’impresa coinvolta, ai tecnici, ai proprietari. I finanzieri hanno esaminato 73 pratiche di ricostruzione affidate all’imprenditore, (2 riguardanti immobili classificati "A", 66 classificati "B" e 5 con classifica "C"), rilevando per 58 di esse irregolarita’ e clamorose incongruenze, talvolta reiterate con caratteri di sistematicita’ anche per immobili del tutto diversi tra loro. Si e’ cosi’ scoperta la rendicontazione di ponteggi che, in realta’, non erano stati montati, attestazione di stati di avanzamento lavori eseguiti laddove, invece, non erano ancora iniziati, false fatturazioni di prestazioni per l’esecuzione di opere edili e certificazioni di totale rifacimento di tetti, a fronte invece di limitati lavori di sistemazione.
In alcuni casi, piu’ clamorosi, e’ stata rilevata l’incongruenza tra i costi asseritamente sostenuti per la copertura dei pavimenti a protezione dai lavori edili e la rendicontazione degli oneri di demolizione e rifacimento delle stesse pavimentazioni. Ancora, in altri casi, e’ stata riscontrata sia la fatturazione del rifacimento dell’intonaco e della ripulitura dei muri che, in stridente contraddizione, la fatturazione della demolizione dei medesimi. Infine, almeno in un caso, allegata alla pratica di finanziamento, e’ risultata inserita la documentazione fotografica tesa a comprovare l’utilizzo di ponteggi, riferibile ad un edificio diverso rispetto a quello interessato. Il danno complessivamente cagionato alla collettivita’ solo per i lavori "gonfiati" supera i 700 mila euro. In almeno 28 casi, sono stati rilevati elementi di coinvolgimento in capo ai privati committenti dei lavori, che hanno sottoscritto documentazione contabile non veritiera, per i quali e’ scattata la denuncia per concorso in truffa aggravata.
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