E’ stato accolto con un applauso sincero e liberatorio dalla popolazione il delicato recupero dello storico lampadario di vetro di Murano, donato da Italo Balbo, che scendeva dal soffitto della sala consiliare del municipio di Sant’ Agostino, nel Ferrarese, squarciata dalla prima disastrosa scossa del terremoto in Emilia, quella di domenica 20 maggio, e ulteriormente danneggiata da quella di martedi’ scorso.
L’impresa e’ stata compiuta con pazienza e precisione ‘chirurgica’ dai vigili del fuoco, sotto una pioggia battente che per tutta la mattinata non ha dato tregua alle zone terremotate, con l’impiego di una speciale gru telecomandata, pensata ad hoc da un’azienda specializzata, che ha reso possibile il salvataggio del prezioso lampadario regalato da Italo Balbo proprio a Sant’Agostino. Una cesoia meccanica ha tranciato il cavo che lo teneva agganciato al controsoffitto e contemporaneamente la gru lo ha sorretto. Il lampadario, dal valore inestimabile, alto cinque metri e del peso di alcune tonnellate, trasferito negli anni Venti nel paese dal Castello Estense di Ferrara, e’ stato quindi ‘fatto a pezzi’, messo in sicurezza, imballato e incellofanato, destinazione le sale del Palazzo Ducale di Sassuolo, temporanea sistemazione per le opere d’arte salvate dalle zone terremotate. Qui gli esperti di una vetreria di Murano lo rimetteranno a posto, sostituendo le parti lesionate.
Tutte le fasi sono state seguite con ansia e trepidazione, oltre le transenne di sicurezza, dalla gente di Sant’Agostino.
Lo stesso sindaco Fabrizio Toselli aveva chiesto al Presidente del Consiglio Mario Monti, durante la sua visita del 22 maggio in paese e nelle zone colpite dal sisma, ‘di impegnarsi tramite il ministero dei Beni culturali o la Protezione civile a trovare un modo per salvare il lampadario, che ha un valore enorme per l’intera comunita”. Il salvataggio anticipa di fatto l’ultimo atto della ‘vita’ del municipio costruito nel 1875, che sara’ abbattuto.
Oggi e’ stato anche il giorno dell’abbattimento controllato del campanile della chiesa di San Michele Arcangelo, sempre nel Ferrarese. Alto 16 metri, era stato gravemente danneggiato gia’ dopo la scossa del 20 maggio: l’obiettivo e’ stato raggiunto con oltre un centinaio di microcariche, per un totale di 13-14 kg di esplosivo, e senza provocare danni alla chiesa. Tra l’altro dalle macerie e’ stato poi recuperato praticamente intatto il crocifisso che era posto alla sommita’ del campanile.
Continuano anche i controlli in tutte le chiese e gli edifici storici di Modena. Tra le chiese, San Biagio e il Tempio monumentale destano preoccupazione tra gli esperti: per il ripristino dell’agibilita’ potrebbero essere necessari alcuni mesi di lavoro. Rimane chiuso per accertamenti il palazzo dei Musei in largo Sant’Agostino: i tecnici strutturisti devono valutare lesioni e crepe comparse principalmente nei Musei civici e nella Pinacoteca Estense.
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