La chiamavano ‘la ‘piccola Venezia degli Estensi’, Finale Emilia, cittadina attraversata dal Panaro sulla quale svetta il Castello delle Rocche, progettato da Bartolino Ploti da Novara e successivamente trasformato in una fastosa dimora. Nelle sue chiese, gli stucchi settecenteschi e le Madonne del Guercino e del Carracci, le sculture lignee del Seicento, le ceramiche arcaiche custodite nel museo del Castello. La torre dell’Orologio, che contiene la campana di San Zenone, patrono di Finale. Il sisma che nella notte tra sabato e domenica scorsa ha devastato il paesino della Bassa Emilia ha interrotto anche questa magia, quella delle mille opere d’arte conservate tra terra e cielo.
Bella era Finale: ‘ma i danni sono ingenti, e’ stata una catastrofe – ha detto l’assessore Massimiliano Righini -. Il patrimonio mobile speriamo di recuperarlo, ma quello architettonico e’ distrutto’. E allora i Carracci, i Guercino, i Vellani, i libri antichi e le ceramiche graffite hanno forse una speranza. Non ce l’hanno le splendide architetture della Torre dei Modenesi (1213) che conteneva la campana di san Zenone, finita sotto le macerie e non ancora recuperata, con l’orologio spezzato a meta’ segno di un tempo che si e’ fermato per sempre mentre la terra continua a muoversi. Non ce l’ha il mastio del Castello Estense (1200), perso con i suoi interventi quattrocenteschi di Giovanni del Siena, e il Duomo e la chiesa dell’Annunciata che hanno perso i timpani centrali. Le ferite profonde incise nelle mura delle chiese di San Bartolomeo e San Francesco ‘dovranno essere risanate’, mentre il buco sul tetto della chiesa del Rosario e’ stato provvisoriamente coperto per difendere le preziose decorazioni a stucco e i gesso del Settecento e le statue lignee del Seicento.
L’assessore, il casco giallo antinfortunio in mano, parte per i sopralluoghi con gli specialisti dei vigili del fuoco che lavorano con il Mibac. ‘Dobbiamo prevedere interventi per bloccare ulteriori lesioni e cedimenti – ha detto Righini – sperando che le scosse di assestamento vadano via via attenuandosi’.
Intanto, il Mibac ha fatto scendere in campo i suoi specialisti. Fabio Caparezza Guttuso e’ a Roma per coordinare i supporti per le squadre dei rilievi e per organizzare i ‘ricoveri’ per il materiale che verra’ prelevato per i restauri. ‘Il danno e’ grave – ha detto – perche’ si tratta di strutture complesse. A questi danni si aggiungono quelli diffusi e invisibili che provocheranno problemi in futuro’. Due i centri di coordinamento: uno presso il Servizio geologico della Regione Emilia-Romagna per le province di Ferrara e Bologna, e l’altro nel Centro unificato provinciale della Protezione civile a Marzaglia (Modena) per le province di Modena e Reggio Emilia. La Direzione regionale e le soprintendenze hanno messo a disposizione 22 architetti e 19 storici dell’arte.
Discussione su questo articolo