Il modello e’ stato elaborato sulla base dei dati registrati dai sismometri della Rete Sismica Nazionale dell’Ingv, grazie ai quali e’ possibile determinare i parametri fondamentali del terremoto come epicentro, tempo origine, magnitudo. Per i terremoti con magnitudo superiore a 3.5 viene calcolato anche il "tensore del momento sismico", ossia la descrizione matematica delle forze in gioco sulla faglia che ha generato l’evento.
Questi dati permettono di elaborare un modello tridimensionale della zona colpita dal terremoto e delle sue caratteristiche geologiche. Tutte queste informazioni e il modello in 3D vengono analizzati contemporaneamente con l’aiuto di un software: un’operazione cosi’ complessa per la quantita’ dei dati considerati da rendere necessario un supercomputer. Per questa simulazione, relativamente piccola, l’Ingv ha utilizzato 512 processori, per un totale di 5.000 minuti di tempo calcolo e 256 GB di memoria.
Una macchia blu indica che il suolo si sta spostando velocemente verso il basso e quella rossa corrisponde al movimento del suolo verso l’alto; entrambe si espandono rapidamente in anelli concentrici, fino a disegnare una sorta di bersaglio sull’Italia centrale, nella zona compresa tra le province di Rieti, L’Aquila, Perugia, Ascoli Piceno e Teramo.
E’ la prima animazione che ricostruisce la propagazione delle onde sismiche generate dal terremoto di magnitudo 6.0 che il 24 agosto ha colpito la zona di Rieti. L’ha realizzata l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Ogni secondo dell’animazione rappresenta un secondo in tempo reale e velocita’ e ampiezza delle onde sismiche dipendono dalle caratteristiche della sorgente, dalle caratteristiche del suolo che attraversano. Dall’animazione e’ evidente che le onde sismiche non si propagano in maniera uniforme nello spazio e, di conseguenza, punti che si trovano alla stessa distanza dall’epicentro risentono del terremoto in maniera completamente diversa.
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