Un terremoto scuote la Fifa a due giorni dalle elezioni per la presidenza. Una retata all’alba condotta dalla polizia svizzera su richiesta del dipartimento di giustizia statunitense ha portato all’arresto di sei dirigenti, fra cui il vicepresidente Jeffrey Webb.
Secondo i media americani, le accuse vanno dalla corruzione al riciclaggio di denaro fino all’associazione a delinquere e alle frodi telematiche, reati commessi in un arco di tempo che copre gli ultimi vent’anni. L’Fbi e il Dipartimento di giustizia terranno nelle prossime ore una conferenza stampa per illustrare i dettagli: a Brooklyn dovrebbero presentarsi davanti ai media il procuratore generale Loretta Lynch e il direttore dell’Fbi James Comey.
La retata e’ scattata all’alba al "Baur au Lac Hotel", elegante albergo a cinque stelle con vista sulle Alpi e sul lago di Zurigo, e ha visto gli agenti prelevare le chiavi delle camere alla reception e recarsi nelle varie camere. Dagli Usa fanno sapere che fino a 14 persone verranno incriminate: fra queste, oltre a Webb, l’uruguaiano Eugenio Figueredo, Jack Warner, Eduardo Li, Julio Rocha, Costas Takkas, Rafael Esquivel, Jose’ Maria Marin, ex presidente della Federcalcio brasiliana, e Nicolas Leoz, fino al 2013 alla guida della Conmebol.
Per quanto riguarda la posizione di Joseph Blatter, presidente della Fifa dal 1998 e in corsa per il quinto mandato di fila, al momento risulta solo indagato. Fra i nomi degli arrestati, per i quali c’e’ gia’ richiesta di estradizione, c’e’ come detto quello di Webb, che e’ anche presidente della Concacaf, la Conferazione di Centro e Nord America su cui si starebbe concentrando l’attenzione degli inquirenti. Del resto le accuse di corruzione nei confronti della Concacaf vanno avanti dal 2011, da quando c’era al timone Jack Warner, poi dimessosi. Stando a quanto riportano "New York Times" e "Cnn", i sospettati avrebbero intascato tangenti per oltre 100 milioni di dollari dagli anni Novanta a oggi in cambio di diritti tv, di commercializzazione e sponsorizzazione legati alle partite in America Latina.
L’incriminazione dovrebbe scattare anche per altri dirigenti legati al mondo del marketing sportivo che nel corso degli anni hanno pagato i funzionari Fifa sotto banco per ottenere contratti vantaggiosi. "Siamo colpiti dal fatto che queste pratiche siano andate avanti per cosi’ tanto tempo, toccando quasi ogni attivita’ della Fifa – confessa una fonte anonima fra gli inquirenti – Sembra che fosse il loro modo di fare affari, che la corruzione fosse stata istituzionalizzata".
L’indagine sarebbe stata portata avanti da tre anni a questa parte dall’Fbi visto che i reati si sarebbero consumati su suolo americano, pagamenti compresi, e a dare una svolta sarebbe stata la presa di posizione di Michael Garcia, incaricato dalla Fifa di indagare sull’assegnazione dei Mondiali del 2018 e del 2022 a Russia e Qatar. Indagine che secondo la Comissione etica della Fifa non aveva rivelato alcuna irregolarita’ mentre Garcia sosteneva che del suo rapporto era stata fatta una lettura "erronea e incompleta", tanto da rassegnare le dimissioni. Gli arresti, si legge ancora sul "NY Times", sono stati condotti pacificamente: a uno degli arrestati, il costaricense Eduardo Li, e’ stato consentito di uscire da una porta secondaria con tanto di bagaglio appresso. Li, tra l’altro, avrebbe dovuto partecipare venerdi’ all’Esecutivo Fifa che precedera’ il Congresso per l’elezione del presidente. In corsa, oltre a Blatter, il principe Ali Bin Al-Hussein di Giordania, rimasto come unico avversario del 79enne dirigente svizzero dopo il ritiro di Van Praag e Figo.
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