Sergio Pirozzi, consigliere Regione Lazio e Presidente Commissione grandi rischi, parlando a Radio Cusano Campus, sulla ricostruzione di Amatrice ha detto: “Quando una squadra sta per retrocedere, un presidente sceglie l’allenatore migliore per quel campionato. Invece in questo caso è stato scelto un allenatore, cioè il commissario, che non conosceva assolutamente il campionato che doveva disputare. E’ stato fatto un grande sbaglio dal governo. Ho portato il mio piano a Luigi Di Maio, ma questo piano è stato accantonato e sono state fatte altre scelte. Rimane il rammarico perché volevo fare qualcosa per queste terre. Io ero nella zona rossa, ci siamo sporcati le mani di polvere, ho dovuto prendere decisioni con i miei amici morti ancora caldi e avrei dato qualsiasi cosa per cercare di fare qualcosa per queste terre. D’altra parte siamo riusciti ad approvare la legge Pirozzi con la Regione Lazio e spero diventi un modello anche per altre regioni”.
“La mia grossa paura, sulla scorta dell’ultimo decreto sblocca-cantieri, è che ci sia in atto una grande speculazione. Fino all’altro ieri, per la ricostruzione privata, i proprietari avevano l’obbligo di rivolgersi a 3 ditte per valutare l’offerta migliore. Oggi nello sblocca cantieri è scritto che ti rivolgi ad un’unica ditta, questo può andare bene per le case singole, ma immaginate per gli aggregati, come fai a stabilire che Sergio è meglio di Stefano? Può essere incrinato il criterio di scelta quando non c’è comparazione. Poi, visto che nel centro Italia è stata varata la norma che riconosceva il 100% di indennizzo sia per le prime che per le seconde case, io feci inserire la clausola che almeno per i primi 2 anni dopo la ricostruzione il proprietario non potesse vendere i propri immobili. Ora nello sblocca cantieri è stata inserita la norma che basta che tu hai il contributo per la ricostruzione della casa, puoi vendere la tua abitazione. Così rischi che quasi tutto il patrimonio immobiliare dei comuni distrutti dal terremoto finisca in vendita e questo comporterebbe che l’economia non si riprende più. Questa è norma che deve essere assolutamente cambiata in fase di conversione. Purtroppo il governo del cambiamento non l’ho visto. Qui nel centro Italia si sta perpetrando un tentativo di speculazione e non possiamo permetterlo. Io da oggi lavorerò con FDI per far ripartire l’Italia dalla cultura della prevenzione e non dell’emergenza, questa sarà la mia battaglia”.
Sul suo ritorno in FDI. “Io stavo con FDI quando era un partito appena nato, è stata una grande scommessa. Ho fatto un percorso in questo partito uscendo dal Pdl, perché io sono un uomo di destra, quella vera, sociale, non quella affaristica. Poi c’è stato il percorso delle regionali dove ho sbagliato anche io, a fidarmi poco di Giorgia Meloni e a insistere, anche se poi il centrodestra ha sbagliato a scegliere un candidato a 35 giorni dalle elezioni. Ma poi le persone intelligenti si ritrovano. Io figliol prodigo? Abbiamo ammazzato il vitello grasso perché il ritorno nella mia casa originaria mette a tacere tutte quelle voci che dicevano che in questi anni sono stato la stampella di Zingaretti”.
Sull’addio di De Rossi alla Roma. “Al di là degli aspetti economici legati alla vicenda, penso che i simboli vadano rispettati, la storia va rispettata, le vicende si possono anche chiudere ma si chiudono rispettando i valori delle persone. Questo non è successo. E’ una brutta pagina per come è stata gestita questa vicenda. E’ stata gestita in maniera orrenda e testimonia che in tante società si sono persi quei valori che fanno il senso del calcio. Quando una storia d’amore si interrompe penso ci debba essere sempre il rispetto per chi ha amato quella maglia. Sono dispiaciuto, non perché tifoso della Roma, ma perché noto che certi valori si stanno perdendo in virtù di proprietà estere che decidono da lontano e che hanno perso il contratto con la propria tifoseria. Oggi si è perso il valore della maglia”.