C’è stato un terremoto nell’Italia Centrale e si è data la colpa di ciò alle trivellazioni nel Mare Adriatico volute dal Governo. Un’affermazione del genere non solo non ha nessun fondamento scientifico, ma è anche fuorviante. Infatti, tutti noi sappiamo che il Centro Italia è percorso da molte faglie. Sotto il Centro Italia, come nel Mezzogiorno, c’è una forte attività tettonica. Altrimenti, non si spiegherebbe la presenza di numerosi vulcani attivi e spenti.
Dunque, i terremoti ci sono a prescindere dalle trivellazioni. Ce ne furono anche nel passato e ce ne saranno ancora in futuro. La verità è una: chi dice che le trivellazioni causino i terremoti fa un’affermazione puramente ideologica.
Si tratta della classica idea del “NIMBY” (dall’acronimo delle parole inglesi: “Not in my backyard”), un’ideologia che negli anni ha impedito di fare opere pubbliche di interesse nazionale per l’opposizione di qualche realtà locale ed è l’ideologia tipica di chi antepone l’interesse di bottega della realtà locale a quello nazionale.
Deve essere ricordato che anche in grandi Paesi ad organizzazione federale le opere pubbliche di interesse nazionale si fanno. Basti pensare al Canada e agli Stati Uniti d’America. Noi abbiamo bisogno di gas per avere l’energia elettrica. Da qualche parte dobbiamo prenderlo. Farci mandare il gas dagli Stati Uniti d’America senza i rigassificatori è impossibile e (oltretutto) sarebbe costoso per gli stessi Americani e per noi. Con la Russia abbiamo dei problemi.
Cosa dovremmo fare? Dovremmo comprare le pale eoliche ed i pannelli solari dalla Cina, Paese che tra l’altro inquina parecchio, e dare maggiore potere e denaro ai Cinesi? Tra l’altro, una riconversione “green” del sistema richiederebbe molto tempo. Nel frattempo, cosa dovremmo fare? Dovremmo perdere tanti punti del nostro PIL, far cuocere la pasta a forno spento e farci meno docce? Di fronte ad una questione come quella energetica serve serietà.