Da una parte il titolo ai minimi dal ’97, dall’altra il management che incassa l’appoggio del governo, sceso in campo per sostenere il progetto di scorporo della rete d’accesso. E’ una giornata a due facce, quella di oggi, per Telecom Italia, alle prese con un passaggio, quello dello spin-off, che l’ad Marco Patuano definisce ‘epocale’, ma i cui tempi rappresentano la principale incognita sul tavolo, anche per i mercati.
Il titolo ha imboccato la discesa all’indomani del cda che ha avviato la procedura di spin-off, ma oggi lo sgambetto sembra essere giunto piuttosto dall’Argentina, dove e’ in arrivo, nel giro di un mese, un nuovo regolamento sulla qualita’ dei servizi, in particolare nella telefonia mobile, che potra’ contemplare, oltre alle multe gia’ in vigore, anche la possibilita’ per il regolatore di sospendere la commercializzazione di nuove linee telefoniche. Tanto e’ bastato per far precipitare Telecom a 0,536 euro, sui livelli del 1997 gia’ segnati lo scorso marzo, per poi risalire a 0,539 (-1,01%).
‘In Sudamerica nel complesso stiamo andando piuttosto bene’, ha rassicurato Patuano, commentando il report di due giorni fa di JpMorgan che aveva dato un’ulteriore spinta al ribasso.
Il tema dello scorporo della rete e’ invece finito al centro di un convegno organizzato dall’Agcom, cui hanno partecipato molti dei protagonisti coinvolti. Ed e’ stato qui che e’ arrivato il via libera da parte del viceministro alle Comunicazioni Antonio Catricala’: ‘E’ un evento importantissimo, dobbiamo favorirlo e incoraggiarlo’, ha sottolineato, aggiungendo che ‘si possono fare molti distinguo, forse l’optimum e’ un’altra cosa, ma intanto prendiamo quello che ci viene dal mercato e incoraggiamolo’. L’esecutivo non intende schierarsi sul tema della governance (‘non e’ corretto’), a patto che nell’operazione siano salvaguardati due capisaldi, la neutralita’ e la parita’ di accesso. Favorevole anche il capogruppo Pdl alla Camera Renato Brunetta, che pero’ invita a fare attenzione ai dettagli. Sulla governance, uno dei ‘dettagli’ citati da Brunetta e su cui e’ piu’ acceso il dibattito, e’ stata proprio Telecom a fare un passo avanti: Patuano ha infatti ribadito che ‘non e’ necessario rinunciare alla partecipazione azionaria’, aggiungendo pero’ che ‘si puo’ disegnare una governance con un organo di vigilanza magari rinforzato sul modello di Open Access, con contratti di servizio per tutti e con maggiore trasparenza’.
Il mercato, pero’, ha dimostrato gia’ una certa preoccupazione per i tempi necessari per l’operazione. ‘Sarebbe come guardare una palla di cristallo’, ha confermato il Commissario dell’Agcom, Maurizio Decina, sottolineando che per la societarizzazione della rete ‘servono almeno 12 mesi’, mentre ‘per gli aspetti regolatori dipendera’ dalla road map che ci verra’ presentata, perche’ i benefici arriveranno man mano che il piano verra’ attuato’.
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