‘Allah e’ grande’, ‘A morte l’America’: preghiera e protesta, in un’unica esaltazione sciita, si sono fuse dentro e fuori il campus dell’Universita’ di Teheran dove le autorita’ iraniane hanno gestito senza il minimo incidente lo sdegno di decine di migliaia di fedeli-manifestanti contro il film ‘L’innocenza dei musulmani’ – bollato come blasfemo – che infiamma il mondo dell’Islam. In linea con il connotato fondante dello sciismo, il ramo minoritario dell’Islam che domina in Iran e che mischia indissolubilmente la politica con la religione, la rabbia dei manifestanti e’ montata durante a preghiera del venerdi’, celebrata come di consueto nella grande struttura coperta del campus dell’Universita’ pubblica della capitale, ed e’ poi esplosa (senza pero’ far danni) sul prospiciente viale della ‘Rivoluzione islamica’.
Migliaia di fedeli, incitati prima da un mullah, si sono battuti ritmicamente il petto per esprimere il dolore causato dall’oltraggio al Profeta. All’ascolto di un ayatollah, hanno poi scandito piu’ volte – brandendo il pugno – "Margh bar Amrika" (A morte all’America) e "a morte Israele", i due slogan piu’ ricorrenti della giornata. Nel secondo dei due canonici sermoni, quello dedicato ai temi d’attualita’, l’ayatollah Ahmad Jannati – un duro che guida il Consiglio dei guardiani, una specie di corte costituzionale iraniana – ha tacciato di ‘stupidita’ chi non capisce quanto sia antistorico offendere ‘un miliardo e mezzo di musulmani’ i quali ‘amano il loro Profeta e sono pronti a sacrificare la propria vita per lui". Nella preghiera seguita ai sermoni, il brusio collettivo durante le genuflessioni verso la Mecca ha fatto vibrare l’aria.
All’esterno, nella vampa estiva, una perfetta macchina organizzativa di polizia, transenne e uomini con walkie-talkie ha creato la cornice per la protesta, soprattutto ad uso di due ciuffi di fotografi e video-operatori assiepati su sopraelevazioni: e’ stato un tripudio di bandiere statunitensi date alle fiamme, slogan anti-americani e antisemiti urlati in un’eccitazione collettiva o stampati ben chiari in inglese su cartelli. Scritte come ‘Abbasso gli Usa’ si mischiavano a invocazioni religiose. Un comizio con vari oratori e’ stato inframmezzato da una preghiera e il dolore per l’oltraggio causato dal film e’ tracimato quando un gruppo di uomini e ragazzi si e’ percosso piu’ volte il capo saltando sul posto. A fuoco e’ stato dato anche il cartello simbolo della manifestazione: quello con una svastica racchiusa in una stella di David che spunta sotto la bandiera Usa lacerata da un’anonima mano. Nel delirante groviglio di simboli, pure la faccia del presidente Barack Obama si e’ ritrovata su un poster, con i paraocchi a forma di stella a 5 punte fatta di filo spinato. Cartelli del tipo ‘Abbasso Israle’ venivano distribuiti anche da un soldato, segno di un appoggio capillare delle autorita’ alla manifestazione che si e’ sciolta ordinatamente al primo passaggio di autobus senza tentare assalti di sorta. Come del resto avevano evitato di fare ieri circa 500 dimostranti radunatisi rumorosamente ma pacificamente vicino all’ambasciata svizzera: quella che rappresenta gli interessi Usa nell’Iran, senza rapporti diplomatici diretti con Washington dal 1979.
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