Franceschini, Di Pietro, Casini, perfino il radicale Della Vedova, tutti a cavalcare l’onda del giustizialismo, per continuare a godere dell’effetto "vento che cambia", aumentando il consenso popolare e preparando il ribaltone.
Breve cronaca degli interventi: il migliore tra i difensori della libertà di Papa è stato l’onorevole Paniz, che ha tenuto un discorso di alto valore e di indubbia forza comunicativa; molti gli attacchi alla Lega che ha annunciato il sì all’arresto, ma ha lasciato libertà di coscienza, facendo gridare al voto di scambio con il ritiro del dl sui rifiuti.
Risultato, dopo tanti veleni e sospetti: sì della Camera all’autorizzazione all’arresto. Prima crepa nella trama ordita dagli antiberlusconiani, invasati sostenitori dell’indegnità di un governo che protegge la casta.
Il meglio arriva dopo, quando dal Senato filtra la notizia che Tedesco, così specchiatamente ligio al partito, così platealmente persuaso ad accettare il responso sfavorevole da richiederlo ufficialmente a voce forte e chiara, viene salvato. Da chi? A questo punto ci si chiede: dagli stessi che hanno ghigliottinato il deputato del Pdl? Ahiahiahi, Franceschini, spiegalo adesso al tuo popolo il mistero di questo voto! Con la stessa sicumera con cui il Pd ha accusato gli altri di volersi nascondere, adesso troverà il modo di dichiarare il contrario per difendere l’indifendibile: l’evidente chiusura della casta del partito sui suoi interessi e sui suoi dirigenti. Altro che scacco al re, questo è uno schiaffo alla regina di tutte le battaglie; la sfida dei migliori o di coloro che si ritengono tali è persa. I commenti dei media non tarderanno a darci ragione.
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