Antonio Di Pietro sul Tav parlando a Radio Cusano Campus ha detto: “Il problema è: conviene non farla? Costa davvero più a farla che a non farla? Sulla relazione ho sentito molti attacchi ai tecnici, accusati di essere di parte. Quando ci sono professionisti che fanno quello di mestiere, si possono criticare i numeri e le conclusioni, ma non accetto l’offesa alle persone. Da quando ero ministro, ci saranno quintalate di analisi e valutazioni sulla tav. Il problema è solo politico, se lo si vuole fare o no. E’ chiaro che adesso i treni passano mezzi vuoti, perché c’è un sistema ferroviario tale per il quale usare quel tipo di treni non è conveniente. Finchè non c’è un’infrastruttura adeguata come fai a calcolare quanto verrà utilizzata?”.
Sulla possibilità di un referendum sul tav. “Se a mia sorella che sta in provincia di Campobasso le chiedi: sei favorevole o contraria al tunnel in Piemonte? Quella ti risponde: ma che ne so, decidetelo voi che siete tecnici”.
Sul governo. “Questo governo non è espressione della volontà degli italiani. Mattarella avrebbe dovuto nominare una persona indipendente per pochi mesi per rifare la legge elettorale e poi tornare al voto. Io ho costruito insieme ad altri L’Ulivo, ho avuto grande rispetto per il M5S, li considero un po’ figliocci miei, non condivido quello che sta facendo questo governo, ma da buon italiano mi auguro che le misure che hanno preso vadano in porto se no da italiano sarei cornuto e mazziato. Non posso gufare, se le cose vanno male vanno male per tutti gli italiani”.
Sulle difficoltà del M5S. “Il voto al M5S al principio non è stato di governo o di cambiamento, è stato un voto di rabbia e di punizione nei confronti degli altri. Adesso il M5S si deve guadagnare i voti e per guadagnarseli devono prima fare e poi dire, invece questi continuano a dire che poi faranno. Se fai il leader del Movimento, il vicepremier, il ministro, le giornate le passi a leggere quello che devi fare, il tempo per farle non ce l’hai”.