La Tav continua a dividere il governo. Luigi Di Maio in una conferenza stampa a Palazzo Chigi mostra tutto il proprio disappunto per le distanze che ancora separano Lega e Movimento 5 Stelle, nonostante inizialmente il premier Giuseppe Conte avesse pronosticato un accordo entro la giornata di oggi.
“Non si può mettere a rischio il governo per un punto nel contratto di governo: è un paradosso – tuona Di Maio – Lo dico anche agli elettori della Lega: cosa poteva accadere se avessi messo in discussione la legittima difesa che non ho fatto e non farò, o il decreto sicurezza e altri provvedimenti che allora quando abbiamo scritto questo bellissimo atto di governo sono entrati in quota Lega? Vi sareste arrabbiati ed è per questo che c’è un certo disappunto nel Movimento, perché ci siamo battuti per mettere nel contratto questo”.
Di Maio comunque spiega: “Ad ora non è possibile bloccare i bandi di gara, ma ho chiesto a Conte che lunedì non siano vincolati soldi degli italiani su un’opera che vogliamo ridiscutere”.
Il vicepremier spiega di “non pensare a situazioni post-crisi di governo o al voto: sto pensando a ridiscutere il progetto e trovare un accordo nel governo: sono allo studio tutte le soluzioni tecniche, non è una questione Di prove Di forza. In alcuni consessi il M5S potrebbe ma io sono leale e chiedo lealtà al contratto”.
Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, intervistato da Affaritaliani.it però sulla questione ha tagliato corto: “Matteo Salvini ha detto in maniera abbastanza chiara che nessun ministro della Lega voterà in Consiglio dei ministri la sospensione dei bandi. Dal nostro punto di vista c’è un problema legale e cioè che non può essere fatto senza un passaggio parlamentare. L’unica soluzione che vediamo è che i bandi partano e, mentre partono, si proceda con questa iniziativa di ridiscussione sul finanziamento dell’opera con Francia e Unione europea per cercare di ottenere un finanziamento maggiore”. La partita sulla Tav, ancora tutta da giocare, continuerà anche nel fine settimana.