Umanamente esprimo il mio dispiacere per Luca Abbà, il leader del movimento "No TAV" che ieri è caduto da un traliccio, ferendosi gravemente, durante una manifestazione contro la realizzazione della linea ad alta velocità Lione-Torino. Politicamente, però, non posso non dire che su questa nuova infrastruttura sia stata fatta una vera e propria campagna mediatica demagogica e confusionaria.
In primo luogo, bisogna fare capire agli abitanti della Val di Susa che un’opera simile non sarà impattante, cosa che alcuni partiti e movimenti vogliono fare credere loro. La TAV permetterà di ridurre il traffico su gomma. Infatti, si parla tanto della necessità di creare uno sviluppo sostenibile ed una velocizzazione del trasporto di merci e persone. Ora, sia le "autostrade del mare" (il trasporto via nave) che il trasporto su rotaia sono due modalità di mobilità che vanno in questa direzione. Ad esempio, la TAV toglierà traffico all’Autostrada A32 Bardonecchia-Torino. Alcuni dicono che si possa potenziare la linea storica della Val di Susa, evitando così di costruire la TAV. La realtà dice il contrario. Per convertire la linea storica in una ad alta velocità bisogna fare delle modifiche radicali sull’infrastruttura e, solitamente, modificare una struttura esistente costa molto di più che non realizzarne una ex novo. Ciò spiega, ad esempio, il perché numerosi tratti dell’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria siano stati sostituiti con altri nuovi (con tanto di gallerie e viadotti) e non ammodernati in sede.
Lo stesso discorso vale anche per la ferrovia che attraversa la Val di Susa. Inoltre, va detto che un ammodernamento della linea storica possa non essere una soluzione efficace in termine di riduzione dell’impatto ambientale. Se si guardasse bene il progetto, si noterebbe che la nuova ferrovia si svilupperà per buona parte in galleria. Quindi, l’inquinamento acustico sarà minimo, una volta che l’infrastuttura si farà e sarà in esercizio. Uso i verbi coniugati al futuro per sottolineare il fatto che la TAV Lione-Torino sia un’opera da cui non si potrà prescindere.
Un altro fattore di debolezza dell’Italia è la carenza di infrastrutture moderne. Questa è una cosa che tutti noi dobbiamo metterci in testa. Per questo, ritengo che tanta parte della protesta sia il frutto di una campagna demagogica che è stata mossa da alcuni partiti e movimenti. Del resto, basta vedere le bandiere che compaiono nei cortei. Ha ragione il Ministro degli Interni, Anna Maria Cancellieri, quando dice che serve il dialogo ma non l’esasperazione. Con il dialogo, si deve fare capire agli abitanti della Val di Susa che la TAV non sarà un’opera che si farà contro di loro, ma che sarà un’opera necessaria a evitare che il nostro Paese resti indietro rispetto agli altri.
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