Ormai l’ha capito anche chi è digiuno di alta finanza: consentire agli speculatori internazionali di decidere le sorti economiche e non solo di nazioni popolose e produttive è il vero scandalo dei nostri tempi. Il capitalismo selvaggio non è soltanto immorale, è il vero cancro della nostra società: ricchezze spropositate nelle mani di pochi gruppi finanziari o di singoli squali avidi e cinici conducono giochi perversi che da tempo inquinano le dinamiche azionarie spostando ingenti risorse a proprio unico vantaggio.
Finalmente anche la Merkel si rende conto di non potere più negare l’iniquità di questa situazione e concede il suo consenso alla tassazione su guadagni che nulla hanno a che vedere con le economie reali e deprimono gli sforzi dei Paesi deboli costringendoli a continue e stringenti misure di austerità. Il governo tedesco è determinato nell’ottenere che venga introdotta in Europa una tassazione sulle transazioni finanziarie e affronterà il tema con il presidente francese François Hollande, il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy e il presidente del Consiglio italiano Mario Monti nel vertice a Roma del 22 giugno. Ad annunciarlo il portavoce della Cancelliera tedesca: "La cancelliera è convinta della necessità di questa tassa e ne discuterà nel vertice a quattro di Roma con Spagna, Francia e Italia". Aspettiamo che al Consiglio Europeo si sbrighino a portare a termine il progetto mettendosi d’accordo e legiferando, e risparmiando sulle chiacchiere.
Per altro verso, serve soprattutto al nostro Paese, gravato nel suo sviluppo anche da un’evasione senza confronto, sottoscrivere accordi con la Svizzera per stanare le clamorose illegalità che si nascondono nei suoi confini. La Germania e gli Usa li hanno già stipulati, non si capisce perchè proprio noi dobbiamo tardare tanto a promuoverli e attuarli.
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