Il decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, il cosiddetto “Decreto Sicurezza”, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 132 del 1° dicembre 2018 ha introdotto modifiche all’articolo 93 del codice della strada in materia di formalità necessarie per la circolazione degli autoveicoli, dei motoveicoli e dei rimorchi. Con l’entrata in vigore del decreto sono emerse subito numerose criticità per i cittadini italiani residenti all’estero, per i lavoratori frontalieri e stagionali, che non ho mancato di rappresentare attraverso specifici atti parlamentari. La scorsa settimana il governo ha risposto all’interrogazione a risposta immediata che ho presentato in Commissione Trasporti insieme alla collega Raffaella Paita”. Lo dichiara in una nota l’On. Angela Schirò, Pd, eletta in Europa.
“Al governo abbiamo chiesto, in particolare, di rendere nota la tempistica della norma, ripetutamente annunciata, per salvaguardare i lavoratori frontalieri. Il governo in diversi comunicati, infatti, aveva dichiarato che “prima dell’estate sarebbe stata promulgata una norma per salvaguardare i lavoratori frontalieri” e che i “necessari ulteriori aggiustamenti sarebbero stati presentati con un apposito atto normativo”.
Ebbene, nella risposta fornita dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, si riconoscono “le criticità segnalate dal territorio ed evidenziate nell’interrogazione” e si conferma che riguardo ad ipotesi di specifici interventi correttivi di tipo normativo, “si sta valutando la possibilità di inserire specifica norma in uno dei prossimi provvedimenti legislativi utili”.
Nella risposta, inoltre, si ricorda la circolare del 4 giugno del Ministero dell’interno (a cura del Dipartimento pubblica sicurezza-Servizio polizia stradale) che chiarisce la portata della residenza “normale” rispetto al tema della cosiddetta esterovestizione veicolare, sostituendo il punto a ciò dedicato nella precedente circolare del 10 gennaio 2019 a corollario esplicativo del decreto legge 113/2019 e relativa legge di conversione.
La circolare del 4 giugno cerca di correggere il tiro, visti i diversi problemi pratici creatisi con l’arrivo dei lavoratori stagionali. In pratica – secondo quanto specificato nel provvedimento – i soggetti residenti anagraficamente in altro stato membro dell’UE che si trovano in Italia per svolgere attività lavorative stagionali e che conducono i veicoli nella loro disponibilità immatricolati all’estero, decorsi 185 giorni di permanenza in Italia, possono acquisire la residenza normale secondo le norme comunitarie in materia. Per loro, insomma, si è posta l’esigenza di limitare il divieto di circolazione con targa estera.
Tuttavia, il governo non ha fornito indicazioni circa i tempi di adozione della norma necessaria per superare le criticità evidenziate dalla nostra interrogazione relative, da una parte, alla circolazione dei lavoratori frontalieri (in particolare con Svizzera, San Marino, Francia) e, dall’altra, alle problematiche inerenti l’utilizzo dell’autoveicolo con targa estera di un cittadino AIRE da parte di un familiare residente in Italia.
Mi sarei augurata – ha concluso – una risposta ispirata a concretezza e a responsabilità e magari l’annuncio di una campagna informativa, anche attraverso i siti istituzionali della rete diplomatica-consolare, finalizzata a rendere note le soluzioni individuate e a dare risposte certe alle centinaia di migliaia di cittadini italiani. Per questo dovremo attendere e continuare a vigilare”.