Ha parlato davanti al Consiglio regionale, Davide Boni. Ha ribadito di ritenersi ‘estraneo ai fatti’ di corruzione che la Procura di Milano gli contesta e ha confermato di ‘voler continuare’ nell’incarico di presidente, tanto da aver scelto di guidare i lavori dell’Aula dopo che, appena una settimana prima, se ne era astenuto rimanendo fra i banchi del suo partito, la Lega Nord, e inviando una lettera a tutti i consiglieri del Pirellone.
Nemmeno la mobilitazione delle opposizioni di centrosinistra ha fatto vacillare la sua poltrona: una mozione perche’ gli indagati per reati contro la pubblica amministrazione lascino i loro incarichi istituzionali e’ stata discussa (la prima in cui si citava esplicitamente il caso Boni, martedi’, non fu ammessa perche’ ritenuta troppo personalizzata), votata e quindi bocciata, perche’ la maggioranza Pdl-Lega ha offerto il suo scudo politico al presidente del Consiglio regionale.
Tutto come prima, insomma, anche se nel frattempo al Pirellone il computo degli indagati e’ salito a dieci: all’inchiesta su Boni si sono aggiunte quelle sugli esponenti del Pdl Angelo Giammario (oggi assente in Aula) e Romano La Russa (presente). Dalle parole del presidente non sono arrivate novita’ di sostanza. Boni ha spiegato di voler parlare a causa dei ‘toni e degli accenti’ che il dibattito pubblico ha posto sul suo caso negli ultimi giorni. E, pur assicurando la sua ‘fiducia nella magistratura’, ha sottolineato di aver appreso dalla stampa gran parte delle accuse, o delle ‘supposizioni’ come le ha chiamate lui, e che ‘i tempi mediatici poco si coniugano coi tempi reali della giustizia’. E’ stato comunque l’ossequio alla routine a indicare che, per ora, al Pirellone si va avanti come prima.
Boni ha aperto i lavori al mattino e dopo la pausa pranzo, ha lasciato l’Aula solo durante il dibattito sulla mozione dei gruppi di minoranza Pd, Idv, Udc e Sel, che e’ stata appunto bocciata. ‘Abbiamo davanti un problema politico e abbiamo perso ancora un’occasione – ha commentato il segretario regionale Pd, Maurizio Martina -. Dovevamo dare un segnale unitario, e’ una opportunita’ politica per tutti distinguere situazioni personali e responsabilita’ istituzionali’. Con il caso Boni ‘siamo di fronte all’ennesimo processo mediatico – e’ stata invece la posizione del capogruppo della Lega, Stefano Galli -, di fronte a un attacco piu’ politico che giudiziario, al solito teorema’.
‘Noi non ci sottraiamo al dibattito – ha aggiunto il capogruppo del Pdl, Paolo Valentini -. E questa maggioranza e’ qui a confermare la propria compattezza’.
Alla fine, sara’ anche per questa conferma senza sorprese di numeri e di ruoli, la seduta di oggi rischia di rimanere nelle cronache soprattutto per lo scatto con cui il presidente della Regione, Roberto Formigoni, ha dato del ‘pirla’ in Aula al capogruppo dell’Idv, Stefano Zamponi, che lo aveva criticato per la sua gestione politica ma anche accusato di non aver mai lavorato. Formigoni ha replicato elencando i mestieri fatti sin da prima di entrare in politica. E, sentenze alla mano, ha sostenuto: ‘Dare del pirla a Zamponi non e’ reato’. Troppo per le opposizioni che (Udc esclusa) hanno lasciato l’Aula del Pirellone chiedendo ‘la fine di tutte queste volgarita’.
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