Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia, è intervenuto su Radio Cusano Campus e sul Consiglio Ue del 23 ha detto: “Vedremo se i capi di Stato e di governo avranno la forza di compiere un passo in avanti. L’Europarlamento ha dato un segnale molto forte, così come la Bce e la Commissione Ue. Le due questioni più delicate sono quelle del Mes, che dovrà delineare una linea di credito senza condizionalità, e il recovery bond, che dovrebbe dare il via anche a dei bond garantiti dal bilancio dell’UE. Su questo percorso si può trovare anche il consenso di Germania e Olanda, ecco perchè all’Europarlamento noi di FI abbiamo votato per i recovery bond e non per i Coronabond, che non potevano essere approvati per il veto di altri Paesi”.
Sul Mes. “E’ chiaro che il Mes vecchio stile, con le vecchie condizionalità è inaccettabile. La nuova proposta prevede che si possano utilizzare senza condizionalità, con periodi lunghi per la restituzione e tassi d’interesse pari quasi a zero. In questo caso non vedo perchè l’Italia non dovrebbe utilizzare questi 37 miliardi. Speriamo che il governo alla fine sappia far prevalere l’interesse nazionale rispetto a quello dei partiti. Il centrodestra è unito, coeso, poi ci possono essere diversità di opinioni, ma se fossimo al governo troveremmo la quadra anche sul Mes. Come ha detto Berlusconi, ora è il momento di lavorare per l’interesse nazionale, poi alla fine dell’emergenza auspichiamo che ci sarà un nuovo governo”.
Sul decreto liquidità. “Certamente non ci piace il decreto liquidità, che non favorisce la ripresa dell’economia ed è quasi impossibile ottenere i prestiti per i tempi lunghi e le difficoltà burocratiche. E poi quei soldi, quando arriveranno, dovranno essere utilizzati per pagare le tasse”.
Sulla fase due. “Credo si debba agire con buon senso. La nostra economia ha bisogno di ripartire, ma non credo si possa ripartire tutti insieme e subito. Tutelando la salute dei cittadini, bisogna avere un piano strategico per decidere quali settori possono ripartire subito e in quali aree del Paese. I primi settori che potrebbero ripartire sono l’agricoltura e l’edilizia. Poi dove il contagio è zero, con le dovute precauzioni, si può ricominciare. Ripartenza sì, con prudenza e un po’ a macchia di leopardo a seconda della presenza del contagio”.