“La Casa d’Italia di Zurigo sarà presto soggetta a un completo restyling in vista di una diversa destinazione d’uso”. Così l’On. Alessio Tacconi (PD) nel commentare la decisione del Ministero degli Affari Esteri di procedere alla ristrutturazione dell’edificio, un immobile di oltre 4.500 metri quadri di cui lo Stato italiano è proprietario.
“La decisione, ma soprattutto le inevitabili conseguenze – prosegue il Deputato – hanno suscitato comprensibili malumori all’interno della nostra collettività di Zurigo che, negli ultimi 85 anni, ha considerato l’edificio come la propria casa”.
“La sua storia, infatti, ebbe inizio negli anni Trenta del secolo scorso, quando la locale comunità italiana raccolse l’invito del Governo di allora e si mobilitò per la costruzione di un edificio da destinare alle sue numerose attività. E infatti, negli anni, la Casa d’Italia è stata il fulcro della vita associativa, culturale e ricreativa, spazio ideale per l’organizzazione di attività qualificanti della presenza italiana nella più importante città della Svizzera”.
“Vi hanno sede le più importanti associazioni italiane e organismi quali il COMITES (Comitato degli Italiani all’estero), il CASLI (l’Ente gestore dei corsi di lingua e cultura italiana), l’UNITRE (Università delle Tre Età) oltre che il Polo Scolastico Italiano, vero fiore all’occhiello della nostra presenza culturale a Zurigo, che raccoglie sotto lo stesso tetto la Scuola Primaria Statale con annessa Scuola dell’Infanzia, la Scuola Media paritaria “Enrico Fermi” e il Liceo Paritario “Pier Martire Vermigli”.
“Nel corso di un’assemblea pubblica, indetta dal Comites lo scorso 23 maggio, è stata ribadita da parte dell’Amministrazione la volontà di procedere ad un radicale risanamento e ad una profonda ristrutturazione dello stabile e la necessità che l’intero edificio sia sgomberato entro il 7 luglio per dare avvio ai necessari sopralluoghi”.
“Nell’apprezzare l’estrema attenzione posta su questa vicenda dall’intera comunità, dalle associazioni e dal Comites, guidato dal Presidente Luciano Alban, ho voluto fare mie le preoccupazioni della nostra comunità di Zurigo, che, mentre condivide l’idea di una ristrutturazione dell’edificio per farne decorosa sede del nostro Consolato Generale e dell’Istituto Italiano di Cultura, non vorrebbe che si smarrisse lo spirito che aveva animato a suo tempo la collaborazione fra i nostri connazionali e lo Stato italiano ed auspica che si possano preservare anche le modalità di uso da parte della collettività”.
“Ho perciò presentato un’interrogazione al Ministro Alfano con la quale chiedo che nella progettazione degli spazi oggetto della ristrutturazione si possano prevedere, oltre che un’adeguata sistemazione del Consolato Generale, dell’Istituto di Cultura e della Scuola Elementare statale e Media paritaria, anche del Liceo Vermigli, parte integrante del Polo Scolastico italiano di Zurigo. L’esclusione del Liceo paritario, infatti, non solo farebbe perdere al Polo Scolastico quella naturale attrattiva derivante da un’offerta formativa ampia che coinvolge i diversi gradi del nostro sistema scolastico, ma metterebbe in grave difficoltà la stessa sopravvivenza del Liceo che, al costo del personale assunto in loco, dovrebbe aggiungere gli oneri di locazione a prezzi di mercato che nella città di Zurigo sono ormai diventati proibitivi. Se ciò non fosse assolutamente possibile, ho chiesto al Ministro di destinare alla predetta scuola almeno due unità di docenti da scegliere nell’ambito del contingente di cui all’articolo 18, comma 1, del decreto legislativo 13 aprile 2107, n. 64, (Riforma delle istituzioni scolastiche all’estero) recentemente incrementato di 50 unità”.
“Sul lato dell’associazionismo si verrebbe a perdere quel luogo di riferimento che nel corso degli anni la Casa d’Italia ha rappresentato, mentre enti come il COMITES e il CASLI, di cui sono noti, rispettivamente, l’impegno nel rappresentare la comunità italiana e la dedizione nella promozione della lingua e cultura italiana, si ritroverebbero senza sede”.
“È perciò essenziale e doveroso, anche per un dovuto riconoscimento e rispetto delle vicende storiche, trovare modi e maniere – conclude Tacconi – per prevedere all’interno della “nuova” Casa d’Italia la permanenza degli uffici del COMITES e del CASLI e un locale per le riunioni delle Associazioni anche qualora si dovesse ricorrere ad un piccolo aumento delle cubature, la cui autorizzazione non dovrebbe essere difficile ottenere nell’ambito del piano di riqualificazione del quartiere che la stessa Città di Zurigo starebbe implementando”.
Discussione su questo articolo