Un’ottima notizia, rilanciata dal Giornale di Sicilia, arriva da Philadelphia: scienziati della Temple University hanno sconfitto il virus che provoca l’Aids. Proprio così: ce l’hanno fatta, hanno guarito 5 macachi che erano stati precedentemente infettati. Ora si apprestano a sperimentare sull’uomo la loro tecnica, che consiste nel modificare il genoma dell’Hiv rendendolo inoffensivo e incapace di replicarsi.
In tempi di lotta mondiale al Covid, quel team di 19 scienziati guidati in America da un iraniano, Kamel Khalili, e di cui fa parte il palermitano Pietro Mancuso, ha il sapore dell’unione di forze che va oltre le frontiere.
Lunga storia, quella di Mancuso, malgrado sia un cervello in fuga di appena 46 anni. Lavora alla ricerca per sconfiggere l’Hiv dal 2016. In realtà a Philadelphia si lavora a questo progetto dal 2014. “E ora la svolta è vicina” ha scritto Mancuso in un articolo sulla prestigiosa rivista Nature Communications in cui vengono illustrati alla comunità scientifica i risultati raggiunti.
La tecnica è da film di fantascienza. Nei 5 macachi non è stato iniettato un farmaco. No, tecnicamente è stata iniettata una “piattaforma molecolare disegnata specificamente contro il genoma del virus”.
Il passo avanti sugli animali più simili all’uomo ha fatto esultare anche Anthony Fauci, l’immunologo americano originario di Sciacca che ha dettato la linea degli ultimi 6 presidenti americani in questa materia.
“Le persone in tutto il mondo soffrono di Hiv da 40 anni e ora davvero siamo molto vicini alla ricerca clinica che potrebbe portare ad una cura definitiva” è il messaggio che Khalili e Mancuso mandano al mondo, mixando entusiasmo e cautela come solo un iraniano e un palermitano potrebbero fare.