La politica si mette le mani in tasca. La super manovra non puo’ certo accontentare tutti, sarebbe impossibile. Ma anche fra le opposizioni c’è chi l’apprezza, pur parlando di "ombre e luci", come il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, che applaude ai tagli della casta ma avverte: contro l’evasione fiscale, e per cio’ che riguarda il mercato del lavoro, si puo’ fare di più. Il Pd invece parla di una "manovra sbagliata" e la critica con forza. Pierluigi Bersani non si smentisce mai, capace solo di dire "no", di ripetere la litania di una maggioranza incapace e divisa. In gara con Vendola, ha perso di vista le prospettive riformistiche del suo partito. Forse farebbe bene ad aprire gli occhi e smetterla di sognare il ribaltone: il Paese vive giorni difficilissimi e il governo ce la sta mettendo tutta a prendere le misure necessarie. Come leader del maggior partito dell’opposizione Bersani dovrebbe essere, anche se legittimamente critico verso l’esecutivo, più onesto con se stesso e con i cittadini.
Futuro e Libertà definisce "una stangata fiscale" il provvedimento messo in atto dall’esecutivo, cosa vera fino ad un certo punto, visto che i tagli sono assai maggiori delle imposizioni.
Insomma, ognuno dice la sua, e allora anche noi, con modestia, ci permettiamo di dire la nostra. A noi questa manovra piace. Concordiamo con chi dice che si sarebbe potuto fare di più, ma se il buongiorno si vede dal mattino, ci sono tutte le basi per arrivare ad aggiustamenti nella direzione di una maggiore equità e di quella più autentica divisione dei sacrifici che i cittadini si aspettano. Chi ha di più, paghi di più: e verso questa direzione va il governo, altro che chiacchiere. Questa manovra andava fatta, non c’era scampo. Silvio Berlusconi ha mosso i giusti meccanismi, accontentando anche quella parte dell’opinione pubblica che vuole da tempo tagli ai costi della politica: scure su auto blu e voli di Stato, dimezzamento parlamentari, dimezzamento dello stipendio del parlamentare che ha un reddito uguale o maggiore della sua indennità, 54mila poltrone cancellate a livello di enti locali. Abolite fra 29 e 35 province, accorpati i comuni con meno di mille abitanti. Dimezzamento consiglieri e assessori delle province che continueranno ad esistere. Contributo di solidarietà doppio ai parlamentari, perchè diano il buon esempio. Obbligo per tutti di volare in classe economica. C’è voluto coraggio, non c’è che dire. Questa manovra va contro gli eccessi di una politica che ha dimenticato i suoi obiettivi più alti, contro tutti quegli sprechi che per tanto tempo sono stati criticati da giornalisti come Stella e Rizzo, quelli del libro "La Casta".
Una manovra che accentua le misure contro l’evasione fiscale: chi non rilascerà fattura o scontrino, rischierà addirittura la chiusura dell’attività.
Il governo sta facendo il governo. Persone come la Camusso, segretario Cgil, che annuncia un possibile sciopero generale, fanno il loro lavoro, ma non hanno idea della realtà. Altro che manovra "iniqua", qui ce n’è per tutti. Sacrifici a manetta, dal più piccolo ai più grandi. Pensiamo a chi gioca in borsa: le rendite finanziarie saranno tassate di un 20 per cento, anzichè del 12.5; la tracciabilità di 2500 euro è buona, dimezzarla forse sarebbe esagerato.
Questa manovra uscita dal Cdm di questa settimana ci convince, è un buon inizio. Finalmente la casta vedrà ridursi quattrini e privilegi, ed era anche ora. Fra i più scontenti ci sono certamente i parlamentari e quei politici che hanno sempre campato grazie al denaro pubblico. Merita un applauso l’esecutivo, dal presidente del Consiglio ai suoi ministri. Fino adesso misure del genere contro la casta sembravano solo utopia. Invece ora si sta passando a concretizzare. E’ importante, apprezziamo moltissimo. Si vada avanti così, non si torni indietro, e si punti a fare ancora meglio, di più, ove possibile. Gli italiani ringrazieranno e saranno pronti anche loro a sacrificarsi per il bene del Paese. Si ricorderanno anche che è stato il governo Berlusconi a puntare sui tagli all’odiata casta. Alle prossime politiche, sapranno certamente a chi dare la loro fiducia, nonostante tutto ciò che abbiamo visto in questa legislatura fra escort, lenzuola e festini. Perchè chissenefrega cosa fa il premier nella sua stanza da letto; noi vogliamo un leader di governo che sappia fare il lavoro a cui è stato chiamato. E quando si tratta di emergenze, quando si tratta di trovare soluzioni, quando c’è bisogno di passare velocemente dalle parole ai fatti, Silvio Berlusconi resta sempre il numero uno.
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